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Il DPCM del 18 ottobre sospende convegni e congressi: ma nell’ECM è davvero indispensabile impedire tutti gli eventi di formazione in presenza?
Roma, 20 ottobre 2020 - Alla luce delle nuove disposizioni in tema di convegni e congressi contenute nel DPCM firmato il 18 ottobre dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, Federcongressi&eventi, l’associazione dell’industria italiana dei congressi e degli eventi, si esprime attraverso Alberto Iotti – Responsabile Provider ECM – «In questo momento c’è un’esigenza primaria che giustamente il governo deve presidiare e tutti devono fare la loro parte, noi Provider ECM compresi. Ciò giustifica la limitazione di attività meno prioritarie che possano incrementare il rischio sanitario, ma certamente non il blocco indiscriminato degli eventi, penalizzando anche situazioni in cui invece tale rischio è estremamente limitato. Il riferimento va agli eventi ECM di piccole e medie dimensioni di carattere locale o regionale che per loro configurazione possono vedere garantita la sicurezza essendo caratterizzati da numeri ridotti di partecipanti e da possibilità di spostamento con mezzi propri».
«Questi eventi – continua Alberto Iotti – rappresentano un elemento di continuità formativa per il personale sanitario e fonte di sussistenza fondamentale per l’intera filiera congressuale già enormemente penalizzata dalle conseguenze del COVID-19. Peraltro, c’è una normativa vigente che illustrando bene le distinzioni tra eventi ECM definisce come ‘convegni e congressi’ i meeting che coinvolgono un numero di partecipanti oltre i 200. Poiché il DPCM sospende specificamente questa categoria di iniziative, sarebbero quindi da ritenersi esclusi dal divieto gli eventi al di sotto di questo parametro».
«Sul fronte sicurezza – sottolinea Iotti – i nostri Provider ECM sono in grado di garantire standard molto elevati potendosi avvalere del protocollo DVRE (Documento di Valutazione del Rischio biologico in Eventi) messo a punto da Federcongressi&eventi e adottato dalla Conferenza Stato-Regioni. Ritengo quindi che il governo debba fare delle riflessioni che portino a soluzioni più equilibrate nel rispetto sia delle esigenze sanitarie sia della preservazione del lavoro. La nostra associazione si rende disponibile per un confronto con le autorità per fornire indicazioni dettagliate e contribuire ad una disamina più approfondita».
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