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Come gli odontoiatri italiani si affacciano al mondo della medicina estetica facciale

Roberto Rosso, Presidente KEY-STONE.

Roberto Rosso, Presidente KEY-STONE.

mar. 17 settembre 2024

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La conversione in legge del DL Bollette (decreto legge 30 marzo 2023, n. 34) ha ridefinito spazi e modalità di esercizio della medicina estetica, permettendo agli odontoiatri di esercitare l’attività di medicina estetica non invasiva o mininvasiva al terzo superiore, terzo medio e terzo inferiore del viso.

Ma qual è la propensione degli odontoiatri italiani a effettuare trattamenti di medicina estetica? E quale potrà essere quella degli italiani a scegliere proprio lo studio dentistico e l’odontoiatra, rispettivamente come il luogo e il professionista cui rivolgersi per l’estetica facciale e non soltanto per la salute della bocca e dei denti?

Con questo scritto iniziamo a rispondere al primo dei quesiti, grazie a una prima indagine svolta su un campione rappresentativo di dentisti titolari di studio, mentre per ciò che riguarda la popolazione Key-Stone sta lavorando su un’estesa indagine demoscopica all’interno del progetto OmniVision Salus, i cui risultati saranno disponibili tra qualche mese. Dalle interviste condotte sul panel di titolari di studi odontoiatrici Key-Stone è risultato che il 15% dei partecipanti all’indagine dichiara di eseguire già alcuni di questi trattamenti, sia pur in modo occasionale e a volte supportati da medici specializzati in questo ambito, e un ulteriore 19% ha in programma di integrare tali trattamenti nel prossimo futuro.

In prospettiva, quindi, la disciplina potrebbe espandersi a circa metà degli studi dentistici, anche se i tempi non sono ancora chiari. Considerando coloro che hanno già iniziato a praticare questi trattamenti e chi pensa di iniziare a breve, possiamo affermare che poco più di un terzo del campione è di fatto motivato allo sviluppo di questa disciplina. C’è poi un 23% di “curiosi”, che si mostra interessato ad approfondire l’argomento, mentre un 43% non manifesta interesse ad introdurre trattamenti di medicina estetica nello studio. Nel 15% che pratica già trattamenti di estetica orofacciale, le percentuali maggiori si riscontrano nel centro (18%), ma soprattutto nel Sud Italia e Isole (25%). La dimensione dello studio e della città in cui è inserito sono molto rilevanti: nel 22% dei casi, infatti, si tratta di studi di grandi dimensioni, e nel 24% di città con più di 500.000 abitanti.

Premesso che il 15% dei dentisti che dichiarano di realizzare la disciplina rappresenta un campione abbastanza ridotto per un approfondimento delle terapie effettuate, a titolo indicativo è interessante notare come il trattamento estetico più frequentemente praticato dagli intervistati sia l’iniezione di filler a base di acido ialuronico, principalmente su labbra (100% di coloro che eseguono trattamenti di medicina estetica facciale) e rughe periorali (92%). Anche la tossina botulinica, nonostante sia praticata da una porzione inferiore di studi, ha iniziato a prendere piede: è praticata nel 54% dei casi tra coloro che effettuano la disciplina, anche con trattamenti completi del viso. È interessante osservare come la percentuale non cambi drasticamente sulla base del numero di zone del viso trattate (dal 52% al 56%).

Per alcune analisi prospettiche, in attesa di approfondire maggiormente l’argomento, può essere stimolante analizzare la situazione in Spagna, un Paese che oltre ad avere un sistema odontoiatrico molto simile a quello italiano è da sempre foriero di nuove tendenze in ambito estetico, non solo nel dentale, che spesso si estendono anche a livello europeo. Da una recente ricerca Key-Stone nel Paese iberico è emerso che gli studi odontoiatrici che effettuano trattamenti di estetica orofacciale sono decisamente più diffusi rispetto all’Italia: il 27% degli odontoiatri intervistati ha infatti confermato di praticarli già (contro il 15% dell’Italia). In particolare, il 38% del campione ritiene che la medicina estetica possa essere proposta liberamente in studio, senza la necessità di accompagnarla a un trattamento odontoiatrico, il 47% è disposto a proporla se accompagnata da trattamenti odontoiatrici, mentre il 15% è completamente contrario all’inserimento di questa disciplina negli studi dentistici. Inoltre, in Spagna il 20% degli studi odontoiatrici si avvale della collaborazione di un esperto che si reca in studio appositamente per praticare la medicina estetica.

I diversi spunti provenienti da entrambe le ricerche sul canale professionale in Italia e Spagna risultano indubbiamente stimolanti per lo sviluppo di un’analisi integrata, anche se sarà necessario un ulteriore approfondimento, per valutare il potenziale sviluppo nel tempo di questa disciplina. In considerazione del vero e proprio “cambio di paradigma” che può comportare lo sviluppo della medicina estetica in odontoiatria, l’impegno di Key-Stone è quello di effettuare un’analisi e un monitoraggio costante che tenga conto sia dell’offerta da parte del sistema odontoiatrico che della domanda potenziale, senza trascurare, quindi, quanto emergerà dall’analisi del vissuto e percezione degli italiani attraverso la ricerca OmniVision Salus, i cui primi risultati saranno disponibili entro la fine del 2024.

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