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All’insegna dell’endodonzia mini-invasiva la XII Giornata regionale SPE

Mauro Rigolone, Mario Alosivi, Stefano Carossa, Giulio Del Mastro e Vittorio Franco.

mer. 15 giugno 2016

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Alla Dental School di Torino si è tenuta sabato scorso la XII giornata regionale della Società Piemontese di Endodonzia (SPE). Al segretario regionale Giulio Del Mastro, DT ha posto alcune domande.

DT: Possiamo fare un bilancio di questo evento biennale, tenendo anche conto di una critica spesso rivolta a manifestazioni come questa: la distanza con la professione “reale”, meno patinata spesso di come viene presentata ai congressi?
GDM. Il nostro, come tutti gli incontri delle Sezioni regionali afferenti la SIE, non è un congresso (l’unico è quello nazionale ‒ quest’anno internazionale ‒ in programma a Roma dal 10 novembre) ma più un’occasione d’incontro per i soci e cultori della materia di Piemonte e Valle d’Aosta, la sede per presentare il frutto del lavoro dei soci attivi della Sezione, di giovani emergenti e di alcuni ospiti da altre regioni. Posso condividere le perplessità di colleghi per formule congressuali spesso utili solo ai relatori per dimostrare la loro bravura, senza trasferire nulla ai discenti. La clinica di tutti i giorni è il vero discrimine per la praticabilità delle metodiche, una validazione data dalla possibilità che anche l’odontoiatra possa giovarsi del loro inserimento nella routine quotidiana.

Il leitmotiv di questa dodicesima giornata?
La gestione dei casi complessi e l’ausilio che gli ingrandimenti e la chirurgia (ormai “micro”) possono dare. Poteva sembrare in antitesi a quanto affermato prima: in realtà ha dato l’occasione per entrare in dettaglio di metodiche non usuali, in buona parte chirurgiche, che permettono di mantenere in arcata elementi altrimenti perduti. Questa è la richiesta quotidiana dei pazienti, almeno quelli non abbagliati dalla pubblicità. Inoltre, il filo conduttore ha permesso di evidenziare come, nell'ottica di una invasività ridotta e padroneggiando entrambe le tecniche (orto e retro), si possa razionalmente identificare un ipotetico confine tra l’indicazione per la fine dell’una e l’inizio dell’altra.

La formula non ha previsto però solo lezioni frontali.
Al contrario, è stata studiata proprio per consentire l’interattività tra partecipanti e speaker, un punto di forza già sperimentato con successo negli eventi della nostra Sezione. Dopo la corposa sessione mattutina, una miscela effervescente di argomenti cons / endo / impla: colleghi affermati e giovani promesse da tenere d’occhio, per rimarcare in maniera evidente il confine evanescente fra le varie branche e la loro interdisciplinarietà. Presentazioni eleganti, curate nei particolari, estremamente gradevoli; relatori dalla didattica accattivante, scientificamente ineccepibili e evidence based. Insomma, una grande giornata di formazione a Torino.

Un cenno sul marketing?
É stata la novità da non perdere in questa edizione, uno scambio di idee che ha portato gli esperti a comunicare come acquisire una mentalità rivolta al paziente per proporre in un piano di cura, con pari dignità, un trattamento che non si vede, non è bianco Hollywood e non prevede l’uso di tasselli Fischer. Partita come una tavola rotonda classica, si è poi animata in un dibattito frizzante, stimolato in maniera sapiente dagli intervenuti. Ho molto insistito per inserire questo argomento, perché il nuovo paziente spesso ci guarda con curiosità, ci ascolta un pò perplesso ma poco convinto, perché ha letto sul web che recuperare i suoi denti naturali è più un problema che un vantaggio. Lo dimostrano i numerosi preventivi che ha già in tasca. Sono state valutate le leve di marketing deontologico che è possibile usare per illustrare come il nostro risultato abbia lo stesso valore di una prestazione protesica o conservativa. Anzi, permetta a queste terapie di aumentare la loro durata. Inoltre, non è un’alternativa a un impianto, ma viceversa: il recupero endodontico, quando possibile, ha una funzione addirittura propedeutica all’inserimento di una vite in titanio che in tal modo e valutati diversi parametri ‒ tra cui l’età o le condizioni cliniche o economiche del paziente ‒ può essere spostato di molto in avanti nel tempo.

Conclusione?
Due momenti particolarmente toccanti: la commemorazione di Attilio Ferrini, storico presidente SUSO, recentemente scomparso, e la rievocazione della storia della SIE-SPE (già GEP ‒ Gruppo Endodontico Piemontese) da parte di un arzillo quasi 80enne Bartolo Bresciano. Inossidabile. Come valutazione finale ci aspettiamo complimenti per il livello scientifico espresso. Dal punto di vista qualitativo, una delle più belle occasioni d’incontro mai organizzate dalla SPE. La riprova? La soddisfazione e la gratitudine espresse da tantissimi partecipanti.

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