La scalata verso l’ammissione ai corsi di laurea a numero chiuso non sembra essere finita. Si calcola, infatti, che circa 5000 nuovi aspiranti medici siano stati ammessi nonostante non abbiano superato il test dello scorso aprile. Tutto questo è stato possibile grazie al ricorso ai rispettivi TAR, che hanno acconsentito a una loro imminente immatricolazione.
I numeri sono preoccupanti e lo sconforto complessivo è emerso anche in occasione della LXV Assemblea Nazionale AISO, tenutasi a Napoli dal 31 ottobre al 1 novembre, soprattutto perché, per ogni 100 studenti ammessi, si prevede che il 10% circa sceglierà il corso di laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria. Numeri ulteriormente in eccesso, dunque, per un corso di laurea che stenta ancora a decollare e per efficienza e
per prospettive future da garantire ai suoi studenti.
L’AISO è vicina a tutti quei vincitori al concorso che hanno espresso parere non di certo favorevole ad un esubero così considerevole, soprattutto perché non previsto. Tuttavia coloro che devono essere rimproverati non sono di certo gli aspiranti odontoiatri che hanno vinto il ricorso, bensì gli organi competenti incapaci di assicurare la perfetta regolarità ad un test nazionale.
Basti pensare anche al recente scandalo delle prove nazionali per le specializzazioni di medicina, che hanno portato alle dimissioni del Presidente del Cineca. Ai ricorsi al TAR si aggiunge poi l’ammissione di altri 1500/2000 studenti che si sono rivolti, in via straordinaria, al Consiglio di Stato, ottenendo esito favorevole. Con i numeri, crescono anche le incertezze dei futuri odontoiatri, i quali si dicono abbandonati dalle istituzioni.
L’Assemblea è stata l’occasione per riunire i pensieri di migliaia di giovani studenti, intenti a discutere delle insicurezze condivise sempre di più nel mondo dell’odontoiatria. L’AISO si è sempre dichiarata fautrice di un numero chiuso che venga, tuttavia, affiancato da un sistema universitario più efficiente. Perché questo sia possibile, sarebbe necessario avere strutture migliori per poter formare meglio gli studenti, o in alternativa, ridurre il numero dei posti in molti Atenei nazionali in modo da consentire una maggiore efficienza del corso di laurea in questione.
Ad oggi sono troppo scarsi i servizi e i corsi di formazione offerti dalle Università statali. Le strutture non risultano idonee per un insegnamento che dovrebbe fare della pratica la propria linfa vitale. Risulteranno ancora più inefficienti e inappropriate con un corpo studentesco in esubero, soprattutto se si conta un numero di insegnanti di molto inferiore.
Il problema di fondo consiste, quindi, in una scarsa strutturazione di questi corsi di laurea a numero chiuso:
l’Italia dovrebbe essere allineata ad un’organizzazione europea, che fa di tirocini e corsi di formazione l’arma vincente. L’AISO crede infatti che le Università debbano formare i futuri odontoiatri in itinere, garantendo serietà e concretezza ad un percorso in cui migliaia di studenti continuano ancora a credere.
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