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Tra tradizione e innovazione: Leone festeggia i 90 anni dalla fondazione

Dott.ssa Elena Pozzi, amministratore unico Leone.

mar. 21 maggio 2024

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In occasione di questo importante anniversario, abbiamo il piacere di intervistare la dott.ssa Elena Pozzi, amministratore unico dell’Azienda, con cui ripercorreremo alcune tappe fondamentali della storia dell’Azienda e quelle che sono le prospettive a medio e lungo termine.

Buon giorno Dott.ssa Pozzi, qual è la genesi del nome Leone e in che zona dell’Italia si sviluppa?
Il nome Leone deriva da un prodotto venduto negli anni 40: un blocchetto di materiale per saldatura destinato ai laboratori dentali, sul quale il nonno aveva impresso una testa di leone con un conio che utilizzava nel suo precedente lavoro di argentiere. Il prodotto era buono e molto richiesto e presto iniziarono a identificarlo come il prodotto con il leone. Da qui l’idea di far disegnare il primo marchio storico proprio con una testa di leone, che inoltre è anche uno dei simboli di Firenze (il Marzocco) città dove l’azienda è nata e dove si trova ancora oggi.

Da che tipologia di produzione ha preso avvio l’attività fondata da suo nonno Mario Pozzi?
I primi prodotti realizzati da Mario Pozzi furono delle capsule di acciaio inossidabile, dietro richiesta di un amico dentista, vista la difficoltà nel reperire oro negli anni fra le due guerre mondiali. Da quelle poi tutti i piccoli prodotti dentali in metallo: sussioni, fili, ganci.

Quali sono state le difficoltà che ha dovuto affrontare suo nonno all’avvio dell’azienda dato il periodo storico a cui risale la fondazione della Leone?
Purtroppo, il periodo della Seconda guerra mondiale fu drammatico e i sacrifici furono tanti per riuscire a portare avanti l’attività, ma la caparbietà del nonno e la capacità di lavorare l’acciaio inox in un momento in cui l’oro (materiale di elezione per il dentale) era scarso e inarrivabile fecero sì che alla fine degli anni '50 la piccola azienda fosse ancora attiva e florida.

Mario e Alessandro Pozzi.

Fu suo padre a decidere di dedicare la produzione all’ortodonzia. Quali furono i motivi di questa scelta che si rivelò vincente?
Nel '61, mio padre Alessandro si trovò a dover prendere le redini dell’attività in seguito alla morte di Mario. Erano gli anni del boom economico e al crescere delle disponibilità, si tornava a usare l’oro per le capsule e alcuni dei prodotti in catalogo erano obsoleti. I mercati di riferimento erano quindi diventati quelli più arretrati. L’intuizione di mio padre fu quella di vedere che nel dentale stava prendendo campo l’ortodonzia e i prodotti utilizzati erano in acciaio inossidabile. Con il know-how acquisito negli anni nella lavorazione di questo materiale e grazie all’abilità e cura artigiana che contraddistinguevano le maestranze dell’epoca fu subito un successo. Le viti a espansione divennero subito uno dei prodotti di punta.

Chi erano i competitor con cui dovette confrontarsi suo padre?
Per tanti anni i competitor erano pochi: in Europa solo Leone e due aziende tedesche. Nel mondo poi c’erano altre 10 aziende 9 con produzione in USA e una in Giappone. Alcune erano però già a quei tempi grandi industrie, mentre la Leone era una piccola attività artigianale. Con il tempo l’azienda è cresciuta e ha guadagnato il suo spazio sul mercato diventando sempre più conosciuta e importante soprattutto per i suoi prodotti dedicati ai laboratori.

La prima comunicazione lancio del Sistema Implantare Leone.

Quando l’Azienda decise di dedicarsi anche all’implantologia? Quali sono stati i motivi che vi hanno spinti a entrare in questo settore?
Abbiamo iniziato a studiare un impianto che avesse caratteristiche innovative nel 2000 per poi lanciarlo sul mercato nel 2002. La convinzione di avere la capacità di produrre con assoluta precisione e con standard elevatissimi di qualità ci hanno portato a scegliere una connessione conica senza vite. Connessione che consente di eliminare il gap fra impianto e moncone rendendo il “pillar” in assoluto il più vicino a un dente naturale.

 

La Leone ha espanso i suoi orizzonti anche all’estero. Qual è la situazione dell’export e in che mercati si è sviluppata?
Già dai tempi di mio nonno Mario e soprattutto in quelli di mio padre Alessandro la Leone ha sempre venduto in tutto il mondo. Già nel 1974 (50 anni fa) il catalogo di ortodonzia era in 5 lingue. I maggiori mercati sono da sempre stati gli Stati Uniti e l’Europa tutta. Ma abbiamo tanti clienti e fatturiamo importi rilevanti ormai in tutto il mondo con clienti in oltre 90 Paesi. La scelta di questi ultimi anni è stata quella di arrivare direttamente su alcuni mercati acquisendo le partecipazioni nei distributori. Oggi Leone è direttamente presente negli USA con la controllata LeoneAmerica e in Francia con LeoneFrance.

A livello produttivo, quali sono state le innovazioni più significative della produzione aziendale?
Leone da sempre ha cercato di utilizzare le tecnologie più evolute per poter competere con concorrenti che avevano un costo del lavoro più basso. Abbiamo quindi sempre cercato tecnologie avanzate che ci consentissero una produzione più efficiente e di qualità elevata. Le nostre macchine sono ormai tutte a controllo numerico e la maggior parte rientrano in quello che si definisce “industria 4.0” ovvero sono tutte interconnesse e consentono un controllo da remoto costante. Mi piace sottolineare che poniamo da sempre la massima attenzione alla sicurezza per i nostri lavoratori: i nostri macchinari sono dotati di tutti i sistemi di sicurezza necessari, controlliamo l’utilizzo di tutti i DPI oltre a dedicare molto tempo alla formazione.

Quanti sono i vostri collaboratori in Italia e nel mondo? Ma soprattutto si avverte sempre un grosso senso di empatia reciproco tra azienda e collaboratori, alcuni dei quali sono presenti nell’Azienda da più di generazioni. Ci parla di questo aspetto direi così radicato al territorio quasi unico ormai in aziende importanti come la vostra?
Questo è un po' un nostro vezzo diciamo. Ci riteniamo ancora un’azienda forse veramente familiare, ma non soltanto perché siamo arrivati alla terza, anzi alla quarta generazione, che è già in Azienda ma proprio per il fatto che ci sentiamo un po' una grande famiglia. Oggi siamo in Italia circa 200 persone e quasi tutti, a parte forse gli ultimi entrati, ci conosciamo per nome, ci diamo del tu, mi salutano dicendo “ciao Elena” perché mi hanno sempre visto qui. Alcune persone, come diceva appunto lei, sono addirittura figli di persone che lavoravano per mio padre. Abbiamo storie che prendono vita in azienda, quindi giovani ragazzi che si conoscono, si sposano e mettono su famiglia tutto all'interno dell'azienda. C'è un legame molto molto forte e molto familiare. L'altra cosa importante è che c'è anche un forte legame da parte del dipendente verso l’azienda, quindi abbiamo pochissime dimissioni e questo crea anche dei legami molto forti verso l'esterno.
Quindi sappiamo che se i nostri clienti chiamano per avere delle consulenze, per avere dei consigli, trovano sempre le persone che ormai conoscono da anni, che possono dargli le informazioni. Un’altra cosa su cui da sempre abbiamo tanto investito è la formazione. A noi interessa che tutte le persone che lavorano con noi, anche l'operaio che fa una mansione che può sembrare più semplice come il confezionare o l'assemblare dei piccoli particolari, siano rei partecipi attraverso la formazione di che cosa stanno facendo, quindi che siano a conoscenza che quel prodotto sarà poi un prodotto che potrà finire nella bocca di un bambino e questo secondo noi sono dei valori aggiunti. È bello osservare che, quando si passa nei reparti e si chiede al personale presente se conosce cosa sta facendo, tutti i nostri collaboratori sono molto preparati e coscienti. Altri due aspetti che mi piace sottolineare è che abbiamo sempre avuto un'attenzione, e questo è un argomento importante in questo momento, per quello che riguarda la sicurezza dei lavoratori.
Quindi abbiamo sempre investito tantissimo in formazione perché tutti fossero coscienti di quelli che potevano essere eventuali rischi, pur non essendo un'azienda con dei rischi altissimi come tipo di produzione. Secondo noi è veramente indispensabile anche essere esagerati nell'informare, oltre ovviamente ad adottare tutte quelle possibili cautele per quanto riguarda la protezione delle macchine e i dispositivi di protezione individuale. Attenzione quindi a evitare qualsiasi possibilità di infortunio che è veramente un dato importante.

Come si sta evolvendo la vision aziendale in questi anni di forti cambiamenti tecnologici?
Sicuramente l’avvento del digitale in odontoiatria ha portato tanti cambiamenti e tanti ne porterà in maniera molto veloce. Questo non ci ha colti impreparati e anzi lo abbiamo visto come un’opportunità. Già nel lontano 2010 avevamo ad esempio acquistato le prime stampanti 3D e su quelle abbiamo studiato e sperimentato. Il nostro sforzo è stato quello di realizzare dei prodotti sia per l’ortodonzia che per l’implantologia che soddisfacessero al meglio le nuove esigenze che la diffusione degli strumenti digitali negli studi hanno creato.

Quando ha assunto il ruolo di amministratore unico dell’Azienda?
Sono entrata in azienda appena laureata nel 1992 e dopo un po' di anni di esperienza nei vari reparti aziendali (e tre figli) sono entrata nel CdA già alla fine degli anni ’90. Nel 2006, quasi 20 anni fa, sono diventata Amministratore.

Quali sono le prospettive future dell’azienda nei prossimi anni?
Siamo sicuri che i nuovi prodotti dedicati all’ortodonzia digitale (viti CAD/CAM, posizionamento indiretto attacchi, ritentori disegnati digitalmente e prodotti con laser sintering) e all’implantologia digitale (chirurgia computer guidata e tutta la gamma di prodotti protesici adeguati alle nuove tecnologie CAD/CAM) ci daranno grandi soddisfazioni. Allo stesso tempo siamo certi che la nostra gamma di espansori, grazie anche alla nostra brevettata LEAF Expander (l’espansore che non ha bisogno di attivazione da parte del paziente), continuerà a crescere e ci consentirà di mantenere la posizione di leader assoluto in questo mercato. Crediamo molto anche nella crescita dei prodotti dedicati alle OSAS, che già oggi hanno una grandissima diffusione negli Stati Uniti e che in Europa non hanno ancora espresso le loro potenzialità. Stiamo poi valutando la nostra espansione commerciale in Paesi in cui ancora non siamo presenti e chissà forse anche la presenza diretta in alcuni.

Qual è l’obiettivo che vorrebbe raggiungere per il centenario dell’Azienda?
Spero che fra 10 anni i miei figli siano alla guida di un’azienda che ancora mantenga come priorità l’etica, la serietà e la passione. Questo nei confronti di tutte le parti coinvolte e quindi verso i fornitori, i clienti con i loro pazienti, a cui i prodotti sono destinati, i dipendenti e tutti i collaboratori oltre all’ambiente.

Elena Pozzi insieme alla famiglia.

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