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Ritorno virtuoso alla spesa e all’investimento: questo (per ora) è l’unico modello di salvezza

Patrizia Gatto
Patrizia Gatto

Patrizia Gatto

mer. 3 giugno 2020

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Usciti parzialmente e lentamente dal lockdown, bisogna non correre il rischio di ricadere in uno nuovo, volontario, personale-psicologico o professionale-aziendale.

Mi spiego meglio. C’è aria di grande “attesa” intorno a noi e sembra che ognuno, inteso sia come persona che come ente professionale e giuridico, guardi con aspettativa, verso terzi, a cosa accadrà intorno. A questo atteggiamento siamo stati indotti ovviamente da timori sanitari, attese di date continuamente rinviate, da un segnale di inizio in “batteria” con regolamenti diversi, complessi e in arrivo la sera per il giorno dopo. Una situazione non dissimile a quella degli sportivi che devono affrontare una gara di corsa. Fermo ai blocchi di partenza della tua batteria, c’è il segnale di partenza e vai… Ognuno avrà l’energia e le capacità di quel momento ma parte e va fino in fondo verso il traguardo. Mentre sei in gara non puoi pensare né al prima né al dopo, devi mettercela tutta, superare i tuoi limiti, spendere tutto quanto hai con l’unico obiettivo di arrivare al traguardo, non importa se tra i primi o gli ultimi, quello che importa è non essere squalificati.

Vi parlo in questo modo perché da ragazza praticavo atletica leggera e facevo gare ed è questo quanto ho ricordato a me stessa in questo periodo. Certo noi possiamo far parte della “squadra” italiana, ma ognuno parte da solo, si alza dai blocchi di partenza da solo, gareggia da solo, arriva da solo. Così è la vita personale, la vita professionale e la vita di un’azienda. Solo se tutti accettiamo di essere di nuovo in gara nella vita allora ripartiremo tutti insieme, perché lo ha insegnato il Coronavirus, anche se permettete di dire che non era poi così difficile capirlo, siamo tutti interconnessi. Perché alcuni di noi non ripartono? Sentendo degli amici al telefono mi hanno detto che per almeno ancora un mese o due non andranno al ristorante. Perché? Non lo sanno.

Se un ristorante era già valido prima e adesso ha molti più accorgimenti di protezione, i Nas sono alle spalle per controllarti oggi più che mai, i prezzi sono stabili... perchè non andare al ristorante, se prima lo facevi 2-3 volte alla settimana? Perché non andare a cambiare l’auto che non volevi più o perché non prenotare le vacanze dove sarà possibile andare o perché ancora non andare a curarti dal tuo medico o dal tuo dentista. Se puoi ovviamente economicamente. Ma per ora la maggioranza può ancora eppure c’è rischio di stare fermi. Così succede nelle aziende o negli studi professionali: rimando gli investimenti, sospendo la pubblicità, disdico i mobili nuovi che avevo ordinato, sospendo la ricerca del personale di cui avevo bisogno.

Nel corso dei mesi di chiusura si invitava tutti a pagare le fatture, non rinviarle: sarebbe stato utile a creare un circolo virtuoso di liquidità almeno parziale. Non è andato sempre così e lo sappiamo. Allora mi allaccio a un articolo promozionale del sito “Kinsta” dove il 17 marzo 2020 Brian Jackson pubblicava con il titolo “Bisogna Spendere Soldi per Fare Soldi (Ecco il Perché)”. Cito la prima parte «Gli imprenditori sono sempre alla ricerca di nuovi modi di ridurre i costi. È comprensibile. Dopotutto, il denaro contante è la linfa vitale di qualsiasi attività commerciale e, una volta esaurito, avete finito. Tuttavia, una cosa è stare attenti e gestire il budget con saggezza, un’altra cosa è essere avari e rifiutarsi di spendere soldi anche quando questo ha un senso. In effetti, molto spesso, quando la gente pensa di risparmiare denaro, in realtà sta diventando pessimista e sterile e sta facendo male alla propria impresa. Non importa per quanto moltiplicate uno zero, il totale di tutte le moltiplicazioni sarà sempre zero. Se il successo arrivasse a costo zero, tutti sarebbero milionari, giusto? La realtà è che a volte dovete spendere dei soldi per fare altri soldi».

Un’altra frase interessante più avanti è: Guadagno a breve termine rispetto a guadagno a lungo termine. Ora potreste risparmiare denaro, ma alla lunga perdere denaro, oppure potete spendere soldi e risparmiare denaro nel lungo termine. Che cos’è più importante? Non ci sono risposte giuste e sbagliate a queste domande. Tutto dipende dalla vostra situazione specifica. Solo voi sapete cosa è giusto per la vostra azienda. Ad esempio, se state esaurendo le risorse, dovreste dare la priorità al guadagno a breve termine per mantenere a galla la vostra attività, anche se vi può fa male nel lungo periodo. Ma, se la vostra situazione finanziaria è stabile, dovreste dare la priorità al guadagno a lungo termine anche se punge un po’ nel breve termine. Tuttavia, qualunque cosa voi facciate, ricordate che ogni decisione ha conseguenze positive e negative e dovreste pesarle attentamente. Pensare in termini di trade-off può aiutarvi a fare un po’ di chiarezza, perché è facile farsi trasportare dall’idea di ridurre i costi ogni volta che sia possibile, fino a perdere di vista il quadro generale. Conclude con: «Quindi non lasciate che l’impulso a risparmiare qualche euro oggi ostacoli il successo a lungo termine della vostra azienda. Non abbiate paura di spendere soldi per fare soldi».

Ho riletto anche un articolo di Attilio Barbieri comparso su www.italiainprimapagina.it il 5 marzo 2015, tanto tempo fa. Pubblicava un’analisi sul rapporto che lega la propensione dei ricchi a spendere o a risparmiare e la crescita delle economie, curata da Anthony Doyle, allora director retail fixed interest della casa d’investimenti M&G che citava un filosofo di nome Bernard Mandeville che nel del 1714 pubblicò un poema dal titolo “La Favola delle Api: vizi privati e pubblici benefici”. Il poema satirico narra la storia di un prospero alveare dove le api vivevano nel lusso e negli agi. Un giorno alcune api cominciarono a lamentare il loro stile di vita poco virtuoso e di conseguenza rifuggirono dalla loro avidità e stravaganza. Man mano che le api abbandonavano la loro propensione al lusso e alla spesa, scompariva rapidamente anche la prosperità dell’alveare stesso. Questo era il paradosso descritto da Mandeville: frugalità e virtù non condurranno a prosperità e dominio commerciale. Se le persone spendessero di più, avrebbero di più. All’epoca, questo pensiero era rivoluzionario.

Secondo la saggezza popolare il modo migliore per prosperare era attraverso il risparmio, non attraverso la spesa. Tuttavia, se le persone avessero comprato di più, si sarebbe instaurato un circolo virtuoso di cui tutti avrebbero beneficiato. Ci sarebbero stati più impieghi, salari più elevati, crescita dei profitti, un miglior tenore di vita. Parliamo di 300 anni fa”. Io penso sinceramente che dovremo riflettere su questo: se due mesi fa era opportuno pagare tutto quanto si doveva, ora dobbiamo riprendere la spesa personale e aziendale. Questo circolo virtuoso riporterà a tutti clienti e pazienti. Poi possiamo parlare di una società del futuro che non ci obblighi al consumo, di altri modelli ideali, altri obiettivi culturali. Oggi siamo sui blocchi di partenza, o meglio siamo già in corsa. Su questa corsa, ora e adesso dobbiamo concentrarci, al resto penseremo un po' più con calma, nel dopo gara, ora non possiamo e non dobbiamo ritirarci, perché siamo tutti parte della “squadra italiana”.

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