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Primo WeldOneTM International Get-Together

L. Grivet Brancot

L. Grivet Brancot

mer. 3 febbraio 2016

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L’occasione per condividere le esperienze di grandi professionisti. Venerdì 16 ottobre 2015 a Bologna, presso il Centro Congresso del CNR, si è tenuto il 1° WeldOne International Get-Together.

Durante l’evento è stata presentata una tecnica che affonda le sue origini nel passato, quando i padri fondatori dell’implantologia italiana la idearono e, attraverso studi e intuizioni, in totale autonomia, posero le basi per la maggior parte delle attuali applicazioni, quali l’impiego del Ti, scoperto da Stefano Tramonte, il carico immediato praticato da Formiggini, l’impiego di filetti a spira larga e a grande passo di Garbaccio, e molto altro. Degidi ha saputo coniugare due scuole di pensiero apparentemente antitetiche, l’implantologia bifasica e quella monolitica cilindrica, suggellate dall’impiego della saldatura intraorale ideata da Pier Luigi Mondani intorno agli anni ’70 (attualmente vi è un ritorno, specie nelle università americane, agli impianti monolitici a geometria laminare con monconi avvitabili). La tecnica messa a punto da Degidi prevede la rimozione dei monconi dopo la saldatura intraorale e alcune fasi di laboratorio, quella storica di adattamento del guscio formato dai denti in resina, preconfezionato direttamente sui monconi nella cavità orale.

Un’altra caratteristica comune è costituita dal carico immediato, già ampiamente adottato e pubblicato da altri autori (Riccardi, Pasqualini, Dal Carlo, Lorenzon, Fanali). Degidi ha aggiornato la bibliografia suffragandola mediante ogni tipo di studio attualmente conosciuto, permettendo così di validare nell’arco di un decennio, attraverso pubblicazioni indicizzate, la sua affidabilità e versatilità, sperimentate e rese note attraverso pubblicazioni da altri autori da oltre 40 anni. L’organizzatore ha reso attori i colleghi, venuti da ogni angolo del pianeta per questo evento, che hanno abbracciato l’evoluzione di una vecchia tecnica, diventata ora di grande attualità, offrendo loro una platea alla quale presentare i casi e confrontarsi. Il fermento scientifico stimolato è ben rappresentato dall’aneddoto del quale si è reso protagonista il collega Paul Toumazos di Adelaide, Australia, il quale poco tempo fa, “inatteso ospite”, si presentò nello studio Degidi a Bologna, chiedendo lumi sulla tecnica di cui aveva letto, e fu ricevuto e ospitato immediatamente.

Un collega slovacco ha illustrato la casistica di 140 casi trattati con circa 1.000 impianti nel 2014, mostrando le varie soluzioni adottate, enfatizzandone la potenzialità e le applicazioni. Nella hall del Centro Congressi erano stati collocati degli schermi di grandi dimensioni sui quali scorrevano le immagini della tecnica in tutte le sue fasi e declinazioni, polarizzando l’attenzione dei convenuti, sia durante le pause che durante le relazioni.
Un successo in progressione, e quindi ancora tutto da scrivere per una metodica praticata negli anni da pochi, e oggi rivisitata, alla portata di molti, e internazionalizzata attraverso la pubblicità attuata da una major dell’implantologia e da Degidi, armonica alle esigenze e disponibilità socio-economiche del momento, non solo italiane, ma di molti Paesi, in particolare di quelli emergenti.

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