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La tecnologia a supporto della lotta al cancro orofaringeo

Redazione Tueor Servizi

Redazione Tueor Servizi

gio. 3 settembre 2020

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A seguito dei risultati di una ricerca internazionale svolta dai ricercatori dell’ospedale Cedars-Sinai di Los Angeles, in cui sono stati messi a confronto i vantaggi dell’utilizzo della chirurgia robotica nel migliorare le condizioni dei pazienti affetti da cancro orofaringeo, abbiamo avuto modo di intervistare il Prof. Francesco Riva, Consigliere del CNEL, in merito a queste tematiche di cui è grande esperto.

Buon giorno Prof. Riva, vista la sua esperienza in ambito di prevenzione dei tumori del cavo orale, avrebbe modo di darci una sua opinione in merito ai risultati dello studio “Comparison of survival after trasoral robotic surgery vs non robotic surgery in patients with early-stage oropharyngeal squamous cell carcinoma” pubblicato a fine agosto su JAMA Oncology?
Lo studio pubblicato sulla prestigiosa rivista “JAMA Oncology” ha preso in considerazione il trattamento dei tumori orofaringei dando dignità all’attività medica odontoiatrica. La Food and Drug Administration (FDA) autorizzando l’utilizzo di dispositivi robotici in campo odontoiatrico ha sdoganato l’attività odontoiatrica a branca della medicina. I risultati performanti con l’utilizzo della chirurgia robotica nel trattamento dei tumori orofaringei porta a rivedere l’approccio multidisciplinare di tali terapie.

Lo studio mette in luce il ruolo chiave che svolge l’evoluzione tecnologica. Lei da anni è uno dei fautori dello sviluppo tecnico in ambito odontoiatrico. Quali sono dal suo punto di vista le tecnologie che potrebbero avere un ruolo fondamentale nei prossimi anni?
Con una chirurgia robotica si possono eseguire interventi altamente demolitivi, con la sicurezza di margini chirurgici esenti da patologie, determinati con studi strumentali, che evidenziano lo stato reale della malattia. È inoltre possibile, cosa per me importante, permettere di eseguire interventi omogenei e non più operatori dipendenti. Associare Intelligenza Artificiale (AI) a Chirurgia Robotica è la nuova frontiera a cui siamo pronti per sconfiggere il cancro orale.

Molti suoi colleghi hanno una certa resilienza nell’utilizzare la tecnologia dovuta in molti casi alla necessaria curva di apprendimento di questi strumenti che molto spesso richiede anche un investimento economico iniziale. Lei che ne è fautore, quali consigli si sentirebbe di dare ai suoi colleghi?
L’innovazione tecnologica è indispensabile per raggiungere obiettivi sempre più performanti e sicuri. La curva di apprendimento richiede tempo e dedizione. L’impegno economico è un fattore non trascurabile, ma le aziende dovrebbero favorire i giovani professionisti, che diventeranno i migliori clienti. Formazione professionale ed aggiornamento continuo sono elementi indispensabili per un successo professionale.

In questo momento molto particolare che sta colpendo tutta la popolazione mondiale, sembra emergere con ancora più forza il ruolo che la tecnologia può svolgere a supporto della salute generale. Quali sono a suo parere gli strumenti tecnologici che ogni studio dovrebbe possedere e su cui investire?
I gravi problemi economici insorti in questo difficile periodo, sono dovuti alla perdita della salute generale. È mancato un piano antipandemico da parte dello Stato. È come se in uno studio odontoiatrico non avessimo gli strumenti necessari per affrontare un’emergenza o per eseguire una prestazione lege artis. È indispensabile dotarsi delle tecnologie più performanti a seconda della specializzazione dello studio:

  • Chirurgia: tac, chirurgia guidata, istologia (biopsia liquida);
  • Protesi: cad-cam;
  • Ortodonzia: pianificazione virtuale;
  • Estetica: modelli 3D.

In conclusione, in base alla sue esperienza, quale pensa che sia l’ambito tecnologico che ha maggiori margini di sviluppo in campo odontoiatrico nel breve periodo?
Lo studio odontoiatrico deve assumere una valenza diagnostica e riabilitativa. Indispensabile è lo studio della occlusione e della postura con la sinergia dell’osteopata attraverso l’esame baropodometrico. Attraverso un metodo di scansione markerless, privo di radiazioni e non invasivo si ottiene l’acquisizione 3D della schiena del paziente (Spine 3D).

La diagnosi e il trattamento delle lesioni del cavo orale permettono di differenziare il proprio studio attraverso una diagnosi istologica tradizionale o una biopsia liquida. Il patologo orale avrà sempre di più un ruolo importante. Una chirurgia sempre più semplice e sicura ,con l’utilizzo di strumentazioni sempre meno invasive,sarà sicuramente un buon veicolo comunicativo. Protesi estetiche e non invasive potranno dare fiducia al paziente.

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