Medici e dentisti potrebbero avere una chance in più per costruirsi da zero o riorganizzarsi il lavoro, in tempi in cui le banche non fanno credito.
Si apre infatti ai liberi professionisti il Fondo di garanzia del Ministero dello Sviluppo che consente di abbattere il rischio d’impresa fino a 2,5 milioni di euro. Lo prevede un emendamento al Decreto del Fare, progetto di decreto legge allo studio del governo Letta, presentato dagli onorevoli Francesco Paolo Sisto e Francesco Boccia e dettagliato dal vicepresidente Enpam Giampiero Malagnino al convegno dell’Omceo cagliaritano dedicato al Piano d’Azione Imprenditorialità dell’Unione Europea.
Secondo quanto riporta un articolo pubblicato a cura dell’Aio, il decreto, in rampa di lancio, completa così il percorso iniziato a gennaio, quando, su impulso di Eurelpro (Associazione Casse previdenziali dei professionisti europei, di cui fa parte l’italiana Adepp e in particolare del presidente Adepp Andrea Camporese, giornalista al vertice di Inpgi) e del vice Malagnino, la Commissione Europea col suo numero due Antonio Tajani ha inserito i professionisti tra i destinatari delle agevolazioni previste da Bruxelles per le imprese fino a 50 milioni di fatturato annuo.
Malagnino spiega che ora le professioni devono fare pressing sul legislatore attraverso le Casse di previdenza per fare quello che le banche fanno sempre meno. «Per l’Enpam – spiega – potrebbe essere un investimento sicuro il fare del microcredito, fino a 25 mila euro, in certe situazioni. Ad esempio si potrebbe aiutare un giovane laureato in odontoiatria ad aprire uno studio dandogli un’alternativa al prestare opera in strutture talora guidate da figure estranee alla professione. Mille giovani colleghi fruitori di microcrediti rappresentano un’esposizione di 25 milioni: mi sembra uno sforzo sostenibile, che penso sarebbe ripagato». L’Action Plan for Entrepreneurship è un programma dell’Unione europea, valido di qui al 2020 per aiutare i cittadini degli Stati membri Ue a diventare imprenditori, anche partendo da situazioni svantaggiate. E’ il proseguimento ideale dello Small Business Act, un pacchetto del 2008 (all’indomani della crisi Usa) che per aiutare le piccole e medie imprese europee, puntava sulla deburocratizzazione e sulla rimodulazione dell’Iva, traducendosi in Italia in un più semplice accesso ai fondi di credito agevolato.
Al convegno cagliaritano voluto dal presidente Cao Gerhard Seeberger, erano presenti – continua il comunicato - oltre al leader dell’Ordine dei Medici Raimondo Ibba, i vertici della Federation Dentaire Internationale-FDI Orlando Monteiro Da Silva e dell’Associazione Italiana Odontoiatri Pierluigi Delogu. Da Silva, portoghese, ha ricordato come la crisi del credito nei paesi Ue in deficit abbia tolto ai dentisti l’opportunità di dialogare con le banche, in passato uniche interlocutorie del giovane che volesse aprire lo studio.
Delogu, che ravvisa negli argomenti sul tavolo il "cuore" del prossimo congresso AIO del 20 novembre ("Un'odontoiatria sostenibile"), ribadisce la necessità che dagli atenei italiani escano dentisti capaci di riconoscere lavori in linea o meno con la deontologia: obiettivo più impellente della stessa tutela del numero programmato all’ingresso ai corsi di laurea. Seeberger –past president di ERO, la filiazione europea di FDI - chiede infine alla professione medica e odontoiatrica di fare lobbying a Bruxelles affinché tra le materie per le quali è consentito rimuovere i vincoli agli aiuti di stato all’impresa compaia, con la tutela dell’occupazione, quella della prevenzione, attività ad alto valore aggiunto in un’Europa sempre più anziana.
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