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Echi dal collegio docenti: all’inizio di una nuova era occorre preparare i giovani

Maria Grazia Piancino

Maria Grazia Piancino

mar. 24 aprile 2018

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Il 25° Collegio Docenti di Odontoiatria svoltosi a Roma dal 12 al 14 aprile ed intitolato Microbiota orale, malattie sistemiche e rischio correlazione, ha avuto grande successo di partecipanti (circa 3000) dei quali oltre 2600 non docenti, con presentazione di 544 posters di studenti premiati come sempre, nella cerimonia di chiusura.

Scrivo con piacere queste righe per sottolineare l’apertura del Congresso alla Medicina e l’alto livello scientifico medico delle relazioni dedicate al microbiota orale. Il piacere, da un lato, di imparare argomenti normalmente di competenza medica e dall’altro di sentir ripetere più volte (finalmente) che il cavo orale è punto di partenza del microbiota e della Medicina in generale. Ho anche apprezzato la chiarezza espositiva di argomenti complessi e tuttora in fase di sviluppo a partire dalla terminologia e dalle conoscenze attuali del microbiota e del microbioma orale con le correlazioni tra microbiota e insulino-resistenza, artrite reumatoide, antibiotici, patologie cardiovascolari, malattie sistemiche, etc..

Anima di quest’apertura, Antonella Polimeni, past-president del Collegio dei Docenti e Vice Presidente Vicario della Conferenza Permanente dei Collegi di Area Medica (Intercollegio) ha ricevuto il riconoscimento per aver riunito relatori di esperienza e competenza su un argomento relativamente recente, in fase di sviluppo nel campo medico, alle prime battute in quello odontoiatrico. Il fatto che la Medicina inizi a guardare all’Odontoiatria con interesse scientifico, realizzando che l’apparato stomatognatico non abita in una stanza a sé, è segno importante, inizio di una nuova era (speriamo) di ricerca multidisciplinare avanzata cui seguirà un altrettanto nuova era clinica illuminata soprattutto dal punto di vista della prevenzione. Infatti, la bocca può essere considerata una sentinella, un sistema raffinato dove individuare segnali precoci e/o predisponenti per le malattie metaboliche quali il diabete, l’artrite reumatoide etc..

I denti non sono più un organo vitale per l’uomo come per l’animale. Elementi filogeneticamente molto antichi, caratterizzati da un controllo neuromuscolare raffinato e messo a punto con grandi capacità di adattamento e compenso. L’essere stati relegati ai margini della medicina quali organi non vitali, ha rallentato l’impostazione multidisciplinare. Si sono perse occasioni importanti di collaborazione e ricerca: attraverso i denti e l’apparato stomatognatico passa la qualità della vita, fatto di primaria importanza nei Paesi civili. Questo congresso può rappresentare quindi una pietra miliare, se la strada che ha aperto verrà sostenuta. Non sarà facile, perché è lunga ed irta di difficoltà a partire dall’abitudine che tutto affloscia e dagli interessi che tutto frenano. Ma evoluzione e progresso, per fortuna, sono inarrestabili.

A questo punto però, è doverosa una considerazione: poiché di futuro stiamo parlando, dobbiamo (pre) occuparci del passaggio del testimone ai giovani. Per perseguire la strada della multidisciplinarietà e dell’approccio medico dell’odontoiatria le generazioni future devono avere una preparazione medica adeguata, sapendo che la tecnica, che tanto fascino esercita sui neofiti, può essere solo al servizio della diagnosi e terapia. Questo è il ruolo dell’Università, l’unica che può dare competenza biologica e fisiologica per dialogare alla pari con la Medicina. L’auspicio è che dia agli studenti di odontoiatria la possibilità di frequentare i primi anni come studenti di medicina, perché le basi siano le stesse e in grado di parlare lo stesso linguaggio; la differenziazione dei percorsi può avvenire successivamente, dopo aver posto solide basi comuni. Questo creerà nuove opportunità e collaborazioni, nuovi scambi per una miglior prevenzione e per qualità di vita dei pazienti.

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