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Digital Dentistry

Giuseppe Luongo

Giuseppe Luongo

mer. 3 dicembre 2014

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È un fatto che le tecnologie digitali si stanno diffondendo con estrema rapidità in medicina, e l’odontoiatria non fa eccezione. Anzi, come dice Van Noort, tecnologia e odontoiatria hanno da sempre avuto un grande feeling tanto che ogni nuova scoperta scientifica, dalla tecnica della cera persa, alle proprietà delle resine acriliche, alla comprensione delle proprietà del titanio, fino all’introduzione dei software di progettazione ha sempre trovato una rapida applicazione nel nostro settore.

Questa rivoluzione digitale sta cambiando radicalmente il modo in cui gli operatori del settore pensano, lavorano e comunicano tra loro. I computer e le macchine robotizzate che vengono comandate da questi, quali le nuove apparecchiature radiologiche 3D a fascio conico (CBCT), gli scanner intra ed extraorali, i software di progettazione (computer aided design) e quelli di lavorazione (computer aided manufactoring) unitamente all’applicazione di tecnologie, quali la stereolitografia e la stampa in 3D, stanno progressivamente cambiando le modalità con le quali trattiamo oggi i nostri pazienti.

Questi sistemi realizzano prodotti di qualità paragonabile a quelli fabbricati manualmente in maniera più semplice, più rapida, più economica e, soprattutto, più predicibile. Inoltre questo avviene con minore impatto ambientale visto che richiedono meno energia senza produrre scarti di lavorazione. Tuttavia, la rapida e progressiva diffusione di queste applicazioni al mondo dell’odontoiatria, non è stata accompagnata da un’altrettanta capillare diffusione del know how necessario al loro utilizzo. Per questa ragione, in molti Paesi si sta prestando parecchia attenzione a sviluppare percorsi formativi che consentano di colmare questo gap. L’Italia è stata tra le prime nazioni ad attivarsi in tal senso. A Varese, nell’Università dell’Insubria, Il professor Macchi, il professor Mangano, coadiuvati da molti giovani collaboratori, hanno messo a punto il primo Master biennale in Digital Dentistry di cui si abbia notizia (si veda www.digital-dentistry.org; www.digital-dentistry.it). Il risultato è stato un enorme successo con richieste di adesioni anche dall’estero e chiusura rapida delle iscrizioni. Le lezioni frontali si associano a tante ore di applicazioni pratiche con l’obiettivo centrato di formare giovani e meno giovani al corretto utilizzo delle tecnologie digitali dall’acquisizione tridimensionale delle informazioni all’esecuzione delle procedure chirurgiche fino alla realizzazione dei manufatti protesici.
Questo ha spinto gli organizzatori a costruire un secondo modulo internazionale in lingua inglese, che si svolgerà nel corso del 2015 per il quale le adesioni stanno arrivando da ogni parte del mondo (www.digitaldentistry.ch).

Sull’onda di questo interesse e sviluppando contatti internazionali con colleghi di diversa provenienza che si sono interessati all’odontoiatria digitale, è stata di recente fondata la Digital Dentistry Society (DDS). Alla società hanno aderito molti illustri personaggi di diversa formazione. Infatti essa oggi raccoglie professionisti esperti nei diversi settori dell’odontoiatria inclusi gli odontotecnici ma anche radiologi, informatici, fisici e chiunque abbia in qualche modo attinenza con i diversi aspetti della digital dentistry. La società è internazionale, ha finalità esclusivamente scientifiche e ha grandi ambizioni e aspettative. In particolare si propone di favorire il progresso scientifico e lo sviluppo applicativo dei trattamenti riabilitativi in ambito odontoiatrico che utilizzino tecnologie digitali. Questo obiettivo viene perseguito attraverso il sostegno alla ricerca scientifica, l’organizzazione di attività di formazione, la collaborazione con aziende che operino a qualsiasi livello nel settore dell’odontoiatria digitale.
Questo particolare aspetto si è già concretizzato attraverso l’adesione a supportare la società da parte di molte tra le più prestigiose aziende che dispongono di tecnolgie digitali a testimonianza dell’interesse che i produttori hanno alla divulgazione di competenze sull’utilizzo di queste nuove procedure. Infatti, la maggiore carenza da colmare in questo settore è la realizzazione di una modalità univoca di comunicazione tra le diverse parti di cui si compone il flow chart digitale.

Molti sitemi oggi in commercio sono “chiusi” nel senso che le informazioni acquisite da un singolo dispositivo possono essere processate solo attraverso sistemi della stessa linea e andare in lavorazione esclusivamente su macchine dedicate. Molto spesso per avere un ciclo completo interamente digitalizzato occorre dotarsi dell’intero processo distribuito da una singola azienda. Questo limita molto il trasferimento di dati e impedisce una fluida comunicazione tra tutti gli operatori che concorrono al’esecuzione delle terapie. In futuro molto lavoro dovrà essere svolto nella costruzione di linguaggi comuni che consentano la libera diffusione delle informazioni digitali e questo rappresenterà uno dei principali scopi della DDS. Altri importanti obiettivi societari saranno quelli di formulare linee guida che aiutino gli operatori nella pratica professionale e di sensibilizzazione la popolazione mediante la divulgazione d’informazioni scientificamente corrette. Per questa ragione è già in programma la realizzazione a livello internazionale di attività didattiche, di studio, di ricerca scientifica e di divulgazione nel campo dell’odontoiatria digitale e in campi a esso affini. Inoltre, in accordo con il dr. Marco Esposito, cofondatore della DDS ed editor in chief dell’EJOI, la società potrà disporre dell’ospitalità della rivista per articoli scientifici sul tema della DDS che naturalmente rispettino le rigorose regole di accettazione di questa prestigiosa pubblicazione. Questo strumento contribuirà a costruire la necessaria evidenza scientifica per validare le apparecchiature e le tecniche digitali che rischiano di diffondersi senza averla prima ottenuta.

Come si vede c’è un grande fermento nel mondo odontoiatrico su questo argomento. Nei prossimi mesi sono attesi sul mercato una quantità considerevole di nuovi dispositivi che renderanno le tecnologie digitali progressivamente più semplici e accessibili da parte dell’utente medio. Oggi dotarsi di queste tecnologie comporta inevitabilmente un investimento iniziale che viene tuttavia rapidamente compensato dalla semplificazione delle procedure, dalla riduzione del numero di appuntamente e dei tempi di esecuzione. Con la maggiore diffusione questi costi tenderanno a ridursi ulteriormente, contribuendo alla maggiore penetrazione. I più giovani sono già completamente a proprio agio con questa nuova filosofia di lavoro: attendere troppo per dotarsi di queste apparecchiature e adottare questi processi potrebbe improvvisamente farsi trovare fuori mercato. Possiamo dire con certezza che è possibile che ci vorranno ancora degli anni perché una macchina sia in grado di produrre lavori della stessa qualità dei nostri migliori chirurghi, protesisti o odontotecnici, ma è certo che le cose stanno cambiando con estrema rapidità.

Tutti i processi clinici ai quali siamo da anni abituati stanno subendo una profonda metamorfosi con il risultato che si fa strada un nuovo flusso di lavoro che interessa la diagnosi, la pianificazione, l’esecuzione e la modalità di comunicazione con i pazienti. Tutto questo si muove rapidamente in tutti i mercati e quello odontoiatrico non potrà fare eccezione. La condizione economica globale che spinge alla ricerca di soluzioni più semplici e verso una riduzione dei costi, farà ancor più accelerare questo processo nell’immediato futuro.

L'articolo è stato pubblicato sul numero 3 di CAD/CAM Italian Edition 2014

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