Il 6 febbraio scorso sulla GU è stato pubblicato il DPCM che istituisce la nuova figura dell’Assistente di Studio Odontoiatrico (ASO) quale operatore odontoiatrico che abbia conseguito il relativo attestato dopo aver frequentato un corso di formazione e in quanto tale sarà tenuto a svolgere «attività finalizzate all’assistenza dell’odontoiatra e dei professionisti sanitari del settore durante la prestazione clinica, alla predisposizione dell’ambiente e dello strumentario, all’accoglimento dei clienti ed alla gestione della segreteria e dei rapporti con i fornitori».
La formazione dell’ASO compete alle Regioni e alle Province autonome che procedono a programmare i corsi autorizzandoli e/o tenendo conto delle esperienze trascorse. Per prima, in assoluto, a dare attuazione al corso professionalizzante (700 ore) cui sono tenuti gli ASO per svolgere l’attività in uno studio odontoiatrico, è stata la Regione Molise. Sentiamo a tal proposito il Direttore dei corsi, prof. Francesco Riva, presidente del COCI (Cenacolo Centro Italia), molto attivo nelle attività formative, nominato di recente componente del Comitato Nazionale per la sicurezza alimentare.
Professore, quando è previsto l’inizio?
Entro Novembre, il tempo di perfezionare le ultime iscrizioni.
Essendo la data di inizio piuttosto vicina, a che punto è l’afflusso dei futuri ASO e dove si svolgeranno le lezioni?
C’è un certo interesse, dovuto anche alle informazioni che pervengono riguardo l’obbligatorietà del corso ma la richiesta è limitata. Le lezioni si svolgeranno presso la sede di Moli.Form. a Venafro, in Molise. È bene chiarire che tutti i corsi di formazione professionale per essere validi devono prevedere il rilascio della qualifica professionale da parte della Regione che li autorizza e vanno obbligatoriamente svolti nelle Regioni dove sono stati autorizzati. Non esistono convenzioni che consentano di svolgere la parte in aula in una regione e sostenere l’esame in un’altra. Questo vale per l’ASO come per qualsiasi altra figura professionale.
Nel programma, le materie amministrative prevalgono su quelle cliniche o vi è un equo temperamento tra le due?
Il programma fa rifermento alle Linee guida della Conferenza Stato Regioni del 23 novembre 2017 e prevede 4 aree:
- a) socio-culturale, legislativa e organizzativa;
- b) igienico-sanitaria;
- c) tecnico-operativa;
- d) relazionale.
Nel nostro programma è stata data un’importanza maggiore alle materie cliniche ed igienico sanitarie. L’ASO ha e deve avere un ruolo sempre più importante all’interno dello studio odontoiatrico. Non può limitarsi a prendere nota degli appuntamenti o ad aprire e chiudere la porta. Se così fosse non avrebbe senso aver introdotto e normato questa figura.
Come è nata un’iniziativa simile in Molise?
Grazie alla collaborazione con l’Ente di Formazione Moli.Form attivo anche in altri settori socio sanitari, ma soprattutto all’identità di vedute: il voler realizzare un corso anche se obbligatorio, che fornisca una valida preparazione, nella convinzione che sul mercato del lavoro la differenza la facciano la competenza e la professionalità.
Non l’ha sorpresa il fatto che sia stata “questa” Regione e non un’altra, a dare il via?
Assolutamente no. Il fatto che il Molise sia piccolo in termini numerici consente a questa Regione una snellezza burocratica eccezionale. La possibilità per l’allievo di svolgere le 400 ore di tirocinio previste in ogni città italiana rendono questa proposta formativa allettante. In particolare gli studenti di altre regioni potranno svolgere il tirocinio in posti più vicini alla loro residenza ma soprattutto scegliere la struttura più funzionale o più interessante per il loro futuro lavorativo senza avere limiti territoriali.
L’affluenza verificatasi sinora sembra sia al disotto delle aspettative. Come mai? Eppure al termine vi sono concrete prospettive di impiego.
Purtroppo la formazione in Italia funziona solo quando viene resa obbligatoria, come d’altronde ogni altra cosa. Pensi a quante contravvenzioni sono state levate per convincerci ad utilizzare le cinture di sicurezza. Prevedo che appena negli studi odontoiatrici scatteranno i controlli ad opera dell’Ispettorato del lavoro, poi si correrà ai ripari.
A parte ogni considerazione su tali possibilità di impiego, perché, secondo lei, un giovane potrebbe essere interessato a questo lavoro?
Perché il settore dell’odontoiatria è in costante crescita con un corposo fatturato annuo. L’importanza dell’estetica nella società contemporanea ha una crescita esponenziale per le donne ma anche per gli uomini. La sfida degli studi odontoiatrici sarà proprio questa: recepire le istanze che vengono dalla società, fornire prodotti e competenze sempre più qualificate. Per fare ciò dobbiamo abbandonare lo stereotipo del vecchio dentista che si occupa solo di carie ed estrazioni ed entrare in ottica di studio plurifunzionale con un equipe di professionisti in cui l’ASO avrà un ruolo fondamentale.
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