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Forte, sicuro e inossidabile, l’ossido di grafene messo alla prova per utilizzo in odontoiatria

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Essendo il grafene 200 volte più resistente dell’acciaio (e non corrosivo), si presenta come materiale ideale per le otturazioni dentali. (Foto: fotofeel/Shutterstock)
Dental Tribune International

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mar. 22 dicembre 2015

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BUCAREST ‒ A causa della forte usura all’interno della bocca, le otturazioni dentali formate di solito da un mix di metalli o da compositi di polvere di vetro e ceramica, spesso necessitano di interventi. Per trovare un materiale che non si corroda come avviene per le otturazioni metalliche, ma che sia più resistente, tuttavia, dei comuni compositi, si è scoperto che l’ossido di grafene è un candidato promettente per otturazioni forti, non tossiche e non soggette a corrosione.

Nello studio, un team internazionale di ricercatori ha studiato le proprietà citotossiche di diversi tipi di grafene e la loro potenziale applicazione come materiali dentali. «L'idea del progetto era aggiungere il grafene ai materiali comunemente usati in odontoiatria, per aumentarne la resistenza alla corrosione, migliorandone le proprietà meccaniche», spiega Stela Pruneanu del National Institute for Research and Development of Isotopic and Molecular Technologies in Romania.

A causa delle informazioni finora contraddittorie riguardanti la sua citotossicità, i ricercatori hanno approfondito il suo grado di tossicità quale materiale per denti, analizzando varie forme: l’ossido di grafene, quello termicamente ridotto e quello modificato con azoto.

Si è scoperto che l’ossido di grafene, termicamente ridotto, è altamente tossico, mentre quello modificato con azoto, ad alte dosi, ha causato un danno alla membrana (20 e 40 microgrammi per millilitro), dimostrandosi quindi entrambi inadeguati all’utilizzo come materiale da otturazione dentale. L’ultimo ha mostrato tuttavia, di avere proprietà antiossidanti, il che lo rende potenzialmente utile se coperto da strato protettivo. Nel confronto tra i tre tipi, l’ossido di grafene è stato ritenuto il meno tossico.

«I risultati, molto interessanti, hanno dimostrato che il grafene può essere quindi utilizzato tra i materiali dentali», dice Gabriela Adriana Filip, professore associato presso l’Iuliu Haţieganu University of Medicine and Pharmacy a Cluj-Napoca. La scoperta può favorire la futura applicazione in odontoiatria, così almeno ritengono i ricercatori. Il prossimo passo ‒ dicono ‒ sarà realizzare materiali dentali con ossido di grafene per verificarne la compatibilità con i denti.

La ricerca è il risultato di un’iniziativa congiunta di ricercatori provenienti dall’Iuliu Haţieganu University of Medicine and Pharmacy di Bucarest, dal National Institute for Research and Development of Isotopic and Molecular Technologies e dall’University of Agricultural Sciences and Veterinary Medicine a Cluj-Napoca (Romania) e dalla Ross University School of Veterinary Medicine Basseterre (Indie occidental) e fa parte di un progetto intitolato “New nanocomposites based on biocompatible polymers and graphene for dental applications”.

“Cytotoxicity assessment of graphene-based nanomaterials on human dental follicle stem cells”, così si intitola lo studio pubblicato online il 21 ottobre nella Colloids and Surfaces B: Biointerfaces journal.

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