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Congresso internazionale dell’Accademia Italiana di Endodonzia (AIE) “Endodontics goes digital”

Prof. Ernesto Rapisarda

Prof. Ernesto Rapisarda

gio. 21 marzo 2024

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Il primo congresso internazionale dell’Accademia Italiana di Endodonzia dal titolo “Endodontics goes digital” si è svolto a Bologna il 22, 23 e 24 Febbraio 2024. Nel pomeriggio di giovedì sei diversi corsi pre-congressuali si sono tenuti trattando la chirurgia endodontica, il digitale e le nuove tecnologie in Endodonzia.

Nella giornata di venerdì il prof. Marco Ferrari nella relazione “Correlazione tra ricerca e modalità di ricostruzione del dente trattato endodonticamente” ha messo in evidenza le diverse criticità con le quali l’operatore si raffronta quotidianamente nell’ambito endo-restaurativo. Analizzando in primo luogo il substrato dente risulta evidente come sia necessario non solo ottenere un effetto biomeccanico di ferula, ma anche un adeguato trattamento della superficie interna del canale. Per quanto riguarda i perni, la loro modalità di produzione varia molto sia in termini di composizione che di fabbricazione. Il relatore ha concluso la sua disamina ponendo in evidenza come il perno sia comunque un fattore insignificante sulla resistenza globale del sistema dente/restauro e vada contestualizzato il suo utilizzo nelle diverse situazioni cliniche

Il dott. Pasqualini ha focalizzato l’attuale stato dell’arte nella navigazione statica in endodonzia con dime ottenute da elaborazione in software dedicati dei dati CBCT. L’utilizzo clinico delle mascherine customizzate in ambito endodontico è risultato particolarmente utile nella risoluzione di casi difficili. Infatti il relatore ha spiegato come la gestione operativa sia maggiormente semplificata e predicibile in denti calcificati o nella pianificazione dell’endodonzia chirurgica.

Nell’ambito della navigazione guidata la dott.ssa Ferrairò ha spiegato come sia possibile per l’operatore, che sta costruendo la sua formazione didattica, avere una realtà aumentata del suo operato su simulatore.

Il prof. Gambarini in modo sintetico e chiaro ha descritto come oggi l’intelligenza artificiale (IA) sia un valido ausilio per le fasi diagnostiche e prognostiche di trattamento. Il vantaggio di questa tecnologia è dato dalla capacità di agire attraverso parametri codificati e standardizzati, non influenzabile da agenti esterni fornendo in tempi brevi risposte che possono essere fruibili dall’endodontista per lo studio morfologico delle radici e dell’anatomia canalare. Il relatore ha voluto specificare che questa tecnologia non dovrà essere vista come un competitor, ma come un adeguato strumento con cui raffrontarsi e di certo un mezzo per la riduzione dei tempi operativi.

Nella relazione del Dott. Versiani ognuno di noi è stato proiettato nell’affascinante mondo dell’anatomia canalare. Come ben sappiamo sempre più spesso essa risulta essere un vero e proprio ostacolo sia in termini di conoscenza che di operatività dando a volte frustrazione e fallimento del nostro operato. La relazione del Dott. Versiani ha offerto con estrema chiarezza, prima un cenno degli studi storici sull’argomento, poi una analisi accurata dell’anatomia canalare dei molari superiori e inferiori. I molari sono oggetto di studio in letteratura per la loro estrema variabilità anatomica e per la loro complessità. Infatti dai dati riportati si riscontra che nei primi molari superiori il canale MB2 abbia a volte un percorso variabile all’interno della radice mesio-buccale e nei secondi molari superiori vada a volte ricercato con una diversa posizione spostata verso il versante palatino. Inoltre dai dati presentati sui molari inferiori si evince non solo una conformazione affusolata della radice mesio- buccale, ma l’andamento estremamente fine e tortuoso dei suoi canali. Il relatore ha ricordato che in quest’ultimi possiamo variabilmente ritrovare anche il canale mediano il cui percorso è nella maggior parte dei casi confluente. In ultima analisi sono stati riportati utili accenni e spunti interessanti per la disinfezione di questi complessi sistemi anatomici.

Il Dott. Antonino Cacioppo ha messo in evidenza come la nostra quotidianità clinica sia inesorabilmente fatta di momenti in cui interagiamo con apparecchiature/attrezzature di natura sempre più avanzata e digitalizzata. Portare l’odontoiatria digitale nella pratica quotidiana significa essenzialmente digitalizzare il momento della raccolta dei reports, della diagnosi e della pianificazione pre-operatoria fino ad arrivare all’esecuzione di dime o manufatti protesici. Il relatore, dopo aver sottolineati alcuni punti fermi sulla diagnostica radiologia attuale, ha spiegato come le tre principali tecnologie coinvolte (CBCT/scanner/stampante 3D), comunichino tra loro, per poter utilizzare dei flussi semplici e predicibili che partendo dall’imaging giungono alla pianificazione del paziente e quindi alla realizzazione delle diverse fasi di lavorazione. I risultati dipendono però dall’esperienza del dentista e dalla sua capacità di interazione con software e attrezzature digitali.

La relazione della Dott.ssa Camilleri sulla ricerca scientifica dei materiali bioceramici ha messo in evidenza la necessità di discriminare tra cementi silicati di calcio, che hanno reali capacità idrauliche e comprovata efficacia clinica, e cementi silicati alluminati che hanno comportamento simili, ma non conformi alla nuova classificazione. Infatti tali cementi contengono delle resine ritenute elementi impuri e tali da ridurre la bioattività nel tempo.

L’intervento del Dott. Lozano ha avuto uno stampo prettamente clinico specificando un utilizzo ragionato e protocollato di questi tipi di cementi nelle varie situazioni cliniche. I casi presentati riguardavano le diverse condizioni patologiche della polpa e delle affezioni extraradicolari, passando dalla terapia della polpa vitale fino ad arrivare all’utilizzo in chirurgia retrograda.

L’ultima giornata del congresso, ha previsto la suddivisione delle relazioni in due differenti sale. Nella sala 1, la terza sessione congressuale dal titolo “Disruptive clinical practice”, si è aperta con la lecture condivisa tra la Dott.ssa Paula Villa Machado e il Dott. Giuseppe Carrieri. I due relatori hanno parlato di quanto l’innovazione tecnologica abbia un impatto positivo sui trattamenti chirurgici mini-invasivi in endodonzia. Nello specifico l’attenzione è stata focalizzata sulle indicazioni alla micro-chirurgia guidata e sulle potenzialità del digitale nella pianificazione e nel trattamento chirurgico delle patologie periapicali. Sempre sullo stesso macro-argomento, la sessione è proseguita con la relazione della Dott.ssa Antonietta Bordone e del Dott. Emanuele Ambu, i quali hanno più specificamente parlato dell’endodonzia guidata, soffermandosi sulle indicazioni, i vantaggi e i limiti di queste nuove tecniche. Hanno infine paragonato in maniera dettagliata i due sistemi di chirurgia guidata, la statica e la dinamica, evidenziandone i pro e i contro, nonché le differenze tecniche e operative.

Dopo il coffee break, la III sessione è ripresa con la relazione tenuta dai Dott.ri Roeland De Moor e Giovanni Olivi con la lecture dal titolo “Protocolli clinici di irrigazione endodontica: lo stato dell’arte”. Dopo una dettagliata visuale sulle tecniche di attivazione degli irriganti endodontici presenti in commercio, i relatori hanno portato evidenze scientifiche ed esperienze cliniche sul reale contributo dell’attivazione degli irriganti durante le terapie endodontiche, suggerendo dei protocolli clinici di irrigazione. Sono state poi discusse in maniera più approfondita le diverse tecniche di attivazione laser a seconda della natura dello stesso, evidenziandone le capacità di disinfezione tridimensionale e le limitazioni.

La mattinata in sala 1 si è conclusa con la relazione del Dott. Roberto Fornara dal titolo “Endodonzia & CBCT: come quando e perché?”. Il relatore ha sottolineato quanto l’interpretazione anatomica tridimensionale delle strutture sia cruciale nella diagnosi e nella formulazione dei piani di trattamento, soffermandosi dettagliatamente sulle indicazioni dell’utilizzo della CBCT in endodonzia.

In sala 2 la sessione “Presente e futuro in endodonzia” si è aperta con una breve introduzione del coordinatore di seduta Alberto Mazzocco, ed è iniziata con la relazione congiunta dei Soci Attivi AIE Dott. Marzari e Dott. Fava sui progressi e l’evoluzione degli strumenti endodontici in Nichel-Titanio. I relatori hanno descritto i vantaggi dell’utilizzo di tali leghe, le principali caratteristiche da considerare nella scelta dello strumento. Sono stati poi descritti i principali apporti tecnologici negli anni su tali strumenti, tra cui il trattamento termico e l’utilizzo della reciprocazione. Infine sono state analizzate le criticità nell’utilizzo di questi strumenti, tra cui il rischio della frattura torsionale e per fatica ciclica, evidenziando come poterne ridurre il rischio.

La successiva relazione è stata condotta dalle dottoresse Alfayate e Bellido con una presentazione di casi clinici con gestione di anatomie alterate o inconsuete tra cui radici con curvature impegnative, radici e canali aggiuntivi, anatomia C-shaped, dens invaginatus, apici beanti, riassorbimenti radicolari, gradini e perforazioni. Le relatrici hanno mostrato l’utilizzo delle moderne attrezzature e materiali che possono aumentare la precisione nella diagnosi e nel trattamento, tra cui la CBCT, le dime per l’endodonzia guidata e i cementi idraulici calcio-silicatici.

Dopo il coffee-break la Prof.ssa Cotti, Socio Attivo AIE, ha esposto le nuove scoperte in biologia endodontica, in particolare sulla parodontite periapicale. Tale patologia, oltre all’etiologia batterica, trova nei fattori dell’ospite e nel suo status infiammatorio sistemico un ulteriore punto di analisi sulla sua formazione, entità di progressione, sintomatologia e possibilità di guarigione.

La relazione conclusiva della sessione è stata condotta dai Dottori Jaramillo e Zapata sulle applicazioni della ricerca nella pratica clinica endodontica. È stato descritto il ruolo dei microorganismi nello sviluppo della malattia pulpare e periapicale con invasione dei tubuli dentinali. Tali spazi laterali, se non trattati, possono mantenere una quota di batteri attivi che contribuiscono al fallimento del trattamento. La sfida del clinico è quindi l’eliminazione dell’infezione nelle profondità della dentina radicolare, mantenendo al minimo la quantità di rimozione di dentina per preservare la resistenza del dente nella funzione masticatoria. La sagomatura mini-invasiva, tuttavia determina maggiori difficoltà alla penetrazione degli irriganti nelle porzioni più apicali del sistema endodontico.

Tramite dati acquisiti da studi epidemiologici, clinici e di laboratorio sono state presentate prove di evidenza sulla capacità aumentata di disinfezione delle tecniche di irrigazione multisoniche e laser-assistite.

Dopo una breve sessione dedicata alle domande ai relatori e alle loro risposte, le attività congressuali sono proseguite con i Lunch & Learn.

Sabato 24 si è svolta parallelamente nella mattinata un corso per le Assistenti dello Studio Odontoiatrico (ASO).

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