DT News - Italy - Microscopio operatorio e sorgenti laser strumenti imprescindibili per la pratica clinica quotidiana

Search Dental Tribune

Microscopio operatorio e sorgenti laser strumenti imprescindibili per la pratica clinica quotidiana

Maurizio Signorini

Maurizio Signorini

mar. 13 novembre 2018

salvare

Fondatore e presidente dell’Associazione internazionale “Microscopic Dental Club”, da oltre 12 anni l’Autore utilizza sistemi ottici d’ingrandimento e sorgenti laser «anche se negli ultimi 10 – dice – abbiamo assistito, contestualmente alla diffusione di queste tecnologie, al moltiplicarsi nella categoria e nella comunità scientifica, di contestatori e detrattori dei due strumenti e delle sorgenti laser in particolare».

“Il potere logora chi non ce l’ha” diceva Giulio Andreotti e io credo avesse ragione. Ci si è preoccupati molto di più di affermare le ragioni dell’inutilità di tali strumenti piuttosto che di verificarne le reali potenzialità. Dopo un primo periodo nel quale nascevano prestigiose scuole universitarie a Genova e a Parma (proff. Benedicenti e Vescovi), centri riconosciuti a livello internazionale, dopo questo prima fase, si è passati a un clamoroso livellamento verso il basso della cultura diffusa, per il quale molti hanno acquistato questi strumenti senza averne conoscenza.

Centinaia di colleghi utilizzano una sorgente laser attraverso macchine impiegate come un forno a micro onde, attraverso ricette preimpostate su menù accattivanti che promettono di fare l’impossibile con un solo strumento. E nel caso del microscopio, centinaia di colleghi arrabbiati perché si ritrovano ad aver speso migliaia di euro per uno strumento che ora utilizzano come un… attaccapanni.

La pubblicità commerciale, in questo caso di un collega, che indica i miracoli associati al comune utilizzo di questi due strumenti, non fa che avvalorare le opinioni dei detrattori che hanno invalidato tali strumenti senza un’esperienza diretta ma mediata solo dalla letteratura avversa.

Tra i laser più comunemente usati e le sorgenti che trovano applicazione in odontoiatria, ricordiamo il CO2 (lunghezza d’onda 10600 NM), l’Erbio Yag (2940 NM), Neodimio Yag/Yap (1064-1340 NM) e il Diodo (lunghezza d’onda 635-980 NM). Sorgenti diverse con differente capacità di penetrazione dei tessuti e quindi diversa specificità d’azione (Fig. 1).

Allo stesso modo hanno differenti bersagli sempre in funzione della rispettiva lunghezza d’onda che ne determina il differente assorbimento da parte della materia biologica (Fig. 2). Quindi ogni sorgente ha, non solo una sua specifica affinità per i costituenti dei tessuti biologici ma anche una differente capacità di penetrazione che a sua volta è in funzione dell’affinità specifica. Ergo: non si può fare tutto e di più con una sola sorgente come ci si aspetta dai molti menù delle macchine.

Parimenti non si può pensare di fare tutto e bene senza conoscere i principi che governano la fisica delle sorgenti laser e senza avere le cognizioni per modularne i parametri in funzione delle condizione d’utilizzo. Lasciamo alle estetiste i laser con i menù ricchi di ricettari e i cui parametri sono occulti.

Per microscopio operatorio s’intende lo strumento ottico concepito per garantirne l’ergonomia d’utilizzo in determinate condizioni di lavoro quali la sala operatoria ospedaliera piuttosto che l’unità operativa odontoiatrica. Non esistono invece microscopi odontoiatrici bensì sono quelli più o meno performanti e ergonomici rispetto all’applicazione che gli si vuole dare.

Se si assume come dato di fatto che tutto ciò che sta all’interno del cavo orale va da dimensioni molto piccole fino a microscopiche, si può allora affermare che la nostra sia una disciplina micro chirurgica. Quindi tutto quello che si fa perché venga apprezzato nelle sue dimensioni naturali, operando in sicurezza e precisione, necessita di un mezzo ottico in grado di implementare la visione naturale di “n” volte, facendo apprezzare mediante l’ingrandimento, le reali dimensioni della struttura trattata.

Lavorare con strumenti ergonomici significa poi concepire unità operative che consentano di mantenere per 8-10 ore al giorno una postura corretta, di potersi muovere liberamente per raggiungere (con la stessa postura corretta) ogni comando, strumento attrezzatura e posizione utile a «vedere, raggiungere e trattare» una determinata area del cavo orale senza affaticare o viziare la postura e senza limiti d’accesso (o barriere architettoniche) (Fig. 3).

Quindi si dovrebbero prendere in considerazione parametri come lo stativo, la qualità delle lenti e la luminosità derivante, la capacità di movimento e stabilizzazione (frizioni), gli accessori per la foto video documentazione, la leggerezza del movimento e l’ampiezza dell’escursione. Ma anche considerare unità operative dedicate che oggi non si hanno.

Tra le applicazioni che vedono le sorgenti laser come elettive nella risoluzione di molte condizioni patologiche del cavo orale e suoi annessi una rappresenta la “semplice risoluzione” di assoluta emergenza per le conseguenze e i costi sociali derivanti. Ipertorfia tonsillare, macroglossia, micro retrognazia e patologie quali obesità e ipotiroidismo generano in conseguenza della respirazione orale l’OSAS (Obstructive Sleep Apnea Syndrome) sindrome delle apnee ostruttive nel sonno, da cui stress ossidativo, ipertensione, scompenso cardiaco, fibrillazione atriale, cardiopatia ischemica e ictus.

L’uvulo palato plastica chirugica (rimodellamento ed exeresi del palato molle e dell’uvula) attraverso laser a CO2 per le classi 4 (Mallampati) così come l’uvulo palato plastica non chirurgica attraverso stimolazione no contact con laser al neodimio o a diodo per le classi 1-2 e 3 (Mallampati). Interventi semplici, eseguibili ambulatorialmente che risolvono il difetto anatomico ed accompagnati a terapia medica causale sono in grado di salvare la vita (Fig. 4).

Quindi si può affermare senz’ombra di dubbio che uno strumento inutile «come il laser viene definito da alcune Associazioni odontoiatriche» diventa per alcune applicazioni uno strumento addirittura salvavita oltreché d’elezione nel trattamento multidisciplinare e strumento di compendio alla terapia causale di molte patologie orali e trattamenti chirurgici.

Invece il sistema correntemente usato da pneumologi ed internisti per trattare (non curandola) la patologia che abbiamo visto (Fig. 5), si chiama ventilazione meccanica a pressione positiva continua (in inglese CPAP, acronimo di Continuous Positive Airway Pressure).

Meditate, gente,…meditate!

Tags:
To post a reply please login or register
advertisement
advertisement