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Le popolazioni più svantaggiate scozzesi pagano il prezzo della crisi dentale, riferisce la British Dental Association

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Cifre preoccupanti mostrano che poco più della metà (55,9%) dei bambini che vivono nelle zone più svantaggiate della Scozia ha visitato un dentista negli ultimi due anni, contro il 75,8% delle zone meno svantaggiate (Image: schankz/Shutterstock).

mar. 7 febbraio 2023

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EDIMBURGO, Scozia: Le nuove statistiche della sanità pubblica scozzese hanno rivelato un aumento delle disuguaglianze nell’assistenza sanitaria orale in Scozia, e la British Dental Association (BDA) ha chiesto a Edimburgo di affrontare e combattere il problema. Pur se il sistema segnala che oltre il 95% degli scozzesi sono registrati presso un dentista del Servizio Sanitario Nazionale (NHS), il BDA afferma che il governo scozzese non deve nascondersi dietro questa cifra.

Il rapporto ha rilevato che i tassi di partecipazione complessivi (contatti con un dentista negli ultimi 24 mesi) erano scesi al 50,4% nel settembre 2022, dal 52,6% dell’anno precedente e dal 65,1% del 2020. In modo preoccupante, la relazione ha mostrato che il divario nei tassi di partecipazione dentale tra le persone che vivono nelle aree più ricche e quelle più povere si è allargato, a riprova delle crescenti disuguaglianze nell’assistenza sanitaria orale in Scozia. Poco più della metà (55,9%) dei bambini che vivono nelle zone più svantaggiate del paese ha visitato il dentista negli ultimi due anni, contro il 75,8% nelle zone meno svantaggiate. Per gli adulti, i dati si attestano al 42,7% rispetto al 53,5%.

Nel settembre 2008 si registrava una differenza di tre punti percentuali tra i tassi di partecipazione dentale tra i bambini delle zone più svantaggiate e quelli delle zone meno svantaggiate; tale differenza era salita a sette punti percentuali entro il 2010 e a venti punti percentuali a settembre dello scorso anno. Anche per gli adulti, il divario nella partecipazione equa all’assistenza orale si è allargato, passando da tre punti percentuali nel 2008, a sei punti percentuali nel 2010 fino ad arrivare agli 11 punti nel settembre dello scorso anno.

La BDA ha avvisato in un comunicato stampa che livelli più bassi di partecipazione porteranno a un aumento del carico di malattie dentali e che si prevede che le disuguaglianze nell’assistenza sanitaria orale continueranno ad ampliarsi a seguito della pandemia di SARS-CoV-2, portando a risultati peggiori per la salute dei pazienti. «I pazienti delle comunità più povere della Scozia stanno pagando il prezzo della crisi in odontoiatria», ha dichiarato il dott. David McColl, presidente della Scottish Dental Practice Committee della BDA.

Il dott. McColl ha rimproverato il governo scozzese, affermando che non deve nascondersi dietro i dati di registrazione, che dimostrano come la stragrande maggioranza della popolazione (95,4%) è registrata presso uno studio dentistico del NHS scozzese. «La realtà è che la partecipazione dei pazienti rimane bassa, e le disuguaglianze sono destinate ad ampliarsi», ha sottolineato il dott. McColl, aggiungendo: «I dentisti stanno riconsiderando il loro futuro lavorando in un sistema che non funziona. Il servizio sanitario odontoiatrico è sulla lista critica, una vera riforma non può aspettare».

La relazione conteneva solo dati relativi ai pazienti NHS e non a quelli registrati o trattati da dentisti privati.

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