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New Orleans - Secondo una ricerca, la perdita di due o più denti nella mezza età si associa a un maggior rischio di patologia cardiovascolare. Il fenomeno è stato illustrato all’American Heart Association’s 2018 Epidemiology and Prevention | Lifestyle and Cardiometabolic Health Scientific Sessions, un’importante occasione di scambio e confronto di clinici e ricercatori sugli ultimi sviluppi delle conoscenze cardiovascolari conseguenti a indagini compiute sulla popolazione.
In una ricerca congiunta tra la Tulane University School of Public Health and Tropical Medicine di New Orleans e l’Harvard T.H. Chan School of Public Health di Boston, un team di ricercatori ha analizzato in due macro studi compiuti su adulti le conseguenze della caduta dei denti. Soggetti di età compresa fra i 45 e i 69 anni, dovevano dichiarare il numero dei denti naturali che avevano e in un questionario successivo riferire sulla loro caduta.
Quando l’analisi ha avuto inizio, gli adulti intervistati non soffrivano di patologia cardiovascolare. I ricercatori hanno pertanto esaminato il verificarsi della caduta in prospettiva attraverso un periodo di otto anni, controllando l’insorgere di eventuali patologie cardiovascolare in soggetti non vittime della perdita di denti o in quelli che denunciavano, la perdita di uno o due nell’arco di 12-18 anni.
È stato accertato che, all’inizio della ricerca, fra gli adulti con 25-32 denti naturali coloro che avevano perso due o più denti avevano un 23 percento in più di rischio di patologie cardiovascolari, a confronto con quelli che non avevano subito perdite. L’aumento del rischio si è verificato indipendentemente dalla dieta dichiarata, dall’attività fisica, dal peso corporeo e da altri fattori di rischio come elevata pressione sanguigna, l’alto colesterolo e il diabete.
Tra coloro che hanno denunciato la caduta di un dente durante il periodo di osservazione non si è verificato un maggior rischio di patologia cardiovascolare. Fra tutti i partecipanti (a prescindere dal numero di denti naturali posseduti all’inizio) tale rischio è aumentato del 16 percento fra chi aveva perso due o più denti nel periodo in osservazione a confronto di coloro che invece non avevano subito cadute. Gli adulti con meno di 17 denti naturali, a confronto con quelli dotati (all’inizio della ricerca) di 25-32 denti erano per un 25 percento più soggetti a rischio.
L’autore dello studio Lu Qi, professore di Epidemiologia alla Tulane University, dice: «Una precedente ricerca ha accertato che i problemi di salute della bocca sono collegati a un rischio elevato di patologia cardiovascolare. Quella ricerca aveva analizzato soprattutto una perdita complessiva di denti nella vita, includendo così anche le cadute avvenute nell’età infantile a causa di carie, traumi e problemi ortodontici. Nella mezza età la caduta è più probabilmente correlata ad un’infiammazione, ma non si è chiarito come questa perdita successiva durante la vita possa incidere sul rischio di patologie cardiovascolari».
«In aggiunta ad altri collegamenti assodati tra salute della bocca e varie patologie, le nostre ricerche dicono che adulti di mezza età con recente perdita di due o più denti potrebbero essere sottoposti ad un maggior rischio di patologie cardiovascolari, indipendentemente dal numero di denti che un adulto di mezza età possiede o se sia sottoposto a rischi tradizionali come alimentazione povera o pressione sanguigna elevata».
La ricerca di cui trattasi non è ancor stata inserita in letteratura. Intitolato “Changes in dental health and coronary heart disease risk: Two prospective cohort studies in men and women”, l’abstract è invece apparso sulla rivista Circulation il 20 Marzo 2018.
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