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Cancro della lingua: scoperti dalla ricerca possibili marcatori per la diagnosi precoce

Il basocarcinoma squamoso è una forma aggressiva di cancro che generalmente colpisce le persone più anziane. I pazienti spesso trovano difficoltà nel mangiare, deglutire cibo o parlare (fotografia: KlausD. Peter).

mer. 17 gennaio 2018

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Cleveland. Le nuove scoperte di un team di ricerca statunitense su batteri e funghi potrebbero aprire la strada allo sviluppo di un test precauzionale per pazienti a elevato rischio di carcinoma basocellulare squamoso, altrimenti noto come cancro della lingua. Gli scienziati mirano a fornire nuovi strumenti per la diagnosi precoce e la cura prima che insorga il dolore o sintomi di lesioni. La diagnosi tardiva è infatti premessa di una prognosi infausta.

I ricercatori dei Case Western Reserve University School of Medicine, Cleveland Clinic and University Hospitals Cleveland Medical Center hanno scoperto che la diversità e ricchezza batterica e fungina si riducono significativamente nel tessuto tumorale a confronto con quello non tumorale, aumentando la possibilità che alcuni batteri e funghi, se in quantità sufficiente e in modi possibilmente interattivi, possano giocare un ruolo nello sviluppo del cancro della lingua.

Una precedente ricerca aveva dimostrato che i batteri possono stimolare il cancro dello stomaco e del colon-retto e che l’interazione batterio-fungina può contribuire al morbo di Crohn o a renderlo più virulento. «Le nostre scoperte indicano ora che si possono effettuare test preventivi in pazienti a elevato rischio di cancro della lingua» dichiara il co-autore della ricerca Mahmoud A. Ghannoum, professore al Department of Dermatology al Case Western Reserve School of Medicine and University Hospitals Cleveland Medical Center. «Se i campioni reperiti sono presenti in persone che non stanno ancora mostrando segni o lesioni, potremmo cominciare col trattamento precoce, creando possibili, migliori risultati per il paziente».

Il cancro della lingua, che si sviluppa nei due terzi anteriori, in rapida crescita, è ora il secondo tumore maligno più diffuso nella cavità orale. Mentre il papillomavirus umano (HPV) causa quasi il novanta per cento dei tumori alla base della lingua, l’HPV si trova raramente (solo il 2,3 per cento) nei casi di cancro della lingua. Le sue cause non sono chiare: le mutazioni genetiche giocano probabilmente un ruolo, mentre fumare e masticare tabacco, bere alcolici e avere una scarsa igiene orale, sono ugualmente collegati al suo sviluppo.

«La poca igiene della bocca è stata a lungo associata ai tumori orali facendo ritenere che sia il batterioma orale (comunità batterica) che il mycobioma (comunità fungina) vi giochino un ruolo» dice il coautore della ricerca Charis Eng, professore e vice chairman del Department of Genetics and Genome Sciences alla Case Western Reserve School of Medicine e Hardis Endowed Chair del Genomic Medicine Institute alla Cleveland Clinic. Ma mentre il batterioma viene sempre più riconosciuto come fattore attivo nella salute, il ruolo del mycobioma non è stato studiato a fondo e mai prima nel caso del cancro della lingua.

Nella nuova ricerca, è stato estratto tessuto di DNA da 39 tumori e da normali tessuti di pazienti affetti da cancro orale. L’analisi mostra che il Firmicutes era più abbondante nei tessuti tumorali a confronto con quelli non tumorali: 48 per cento e 40 per cento rispettivamente. In totale, la presenza di 22 tipi di batteri e di sette generi di funghi era significativamente diversa tra tumore e tessuto normale adiacente, incluso lo Streptococcus, significativamente più abbondante del gruppo tumorale (34 per cento contro il 22 per cento in quello normale). «Gli studi dimostrano le interazioni tra i batteri e i funghi nella formazione della malattia» dice Ghannoum. «Pertanto è necessaria una ulteriore ricerca per comprendere come queste due comunità influenzino o siano influenzate nell’insorgere di una malattia come il cancro della lingua».

La ricerca, intitolata “Bacteriome and mycobiome associations in oral tongue cancer” è stata pubblicata sull’Oncotarget journal del 19 Ottobre 2017.

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