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La pulizia interdentale su basi scientifiche

A. Nilvéus Olofsson

A. Nilvéus Olofsson

dom. 15 gennaio 2017

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È fatto ben noto che una buona igiene orale sia essenziale per mantenere la salute orale. Le due malattie orali più comuni, ossia carie e malattia parodontale, sono soprattutto patologie che colpiscono i siti interprossimali perché è proprio l’area interdentale laddove la placca si accumula preferenzialmente ed è anche una zona non raggiungibile dallo spazzolino. Pertanto, la pulizia interdentale, in aggiunta allo spazzolamento dei denti, è un punto cardine per ottenere il controllo della placca durante le manovre quotidiane di igiene orale domiciliare.

Prevenzione della malattia parodontale
La malattia parodontale è una patologia comune a livello mondiale.
La parodontite colpisce circa il 50% della popolazione adulta e la prevalenza della sua forma severa varia dal 10 al 15%; i dati di prevalenza si correlano positivamente all’aumentare dell’età (Chapple et al., 2015; Petersen e Ogawa, 2012; Eke et al. 2015). Ci sono molti fattori di rischio per lo sviluppo di parodontite. Il più importante è l’accumulo di placca sotto forma di biofilm, lungo e al di sotto il margine gengivale. Il controllo e la rimozione di tale biofilm è di primaria importanza per il mantenimento della salute orale.
Un’igiene orale di alta qualità è necessaria sia per prevenire lo sviluppo della malattia parodontale sia come parte del trattamento della parodontite, nonché per prevenirne la recidiva e la futura perdita di tessuto osseo. È stato dimostrato come lo spazzolamento manuale, impiegato da solo, in media riduca gli indici di placca del 42% (Slot et al., 2012), senza essere in grado di raggiungere le superfici interdentali (Van der Weijden e Slot, 2011). Di conseguenza, è sempre necessario l’utilizzo di uno strumento aggiuntivo per la pulizia interdentale. Molti di questi strumenti sono disponibili sul mercato, quali filo interdentale, stick dentali e scovolini. Non esiste un unico strumento per la pulizia interdentale adatto a tutti i pazienti e a tutti gli spazi interdentali; pertanto, la scelta che si raccomanda allo specifico paziente, deve essere basata sull’esperienza clinica e sulla conoscenza scientifica.

Lo scovolino
Secondo la norma ISO (ISO 16409:2006), uno scovolino è uno strumento manuale composto da filamenti proiettati radialmente da un’anima, che viene realizzato per la detersione delle superfici interdentali. L’anima è la struttura centrale di supporto, di solito composta da un filo di metallo attorcigliato, a cui sono attaccati i filamenti. Un filamento si definisce come una singola setola, attaccata all’anima. La testina dello scovolino è la porzione che passa dentro e fuori lo spazio interdentale. La testina dello scovolino può essere fissa oppure rimovibile pur rimanendo fissa durante l’utilizzo. Il manico è la parte dello scovolino che sostiene l’anima. Molti studi hanno paragonato gli effetti su placca e gengivite degli scovolini rispetto ad altri dispositivi per la pulizia interdentale, soprattutto il filo interdentale. Un ulteriore fattore valutato era la preferenza del paziente. La ricerca scientifica a favore dell’impiego degli scovolini è convincente.
Supporto scientifico per gli scovolini interdentali
Già nel 1970, gli scovolini, gli stick dentali e il filo interdentale furono paragonati rispetto all’effetto di riduzione della placca a livello di ampi spazi interdentali (Gjermo e Flötra, 1970). Lo scovolino risultava essere lo strumento preferibile per la rimozione della placca a livello di questo tipo di fessure dentali. Questo lavoro esaminava anche la riduzione della placca in una popolazione più giovane con spazi interdentali più stretti, ma in questo gruppo lo scovolino non veniva offerto come alternativa, con la probabile spiegazione che, al momento dello studio, erano disponibili sul mercato solo scovolini di più ampie dimensioni.
Una parte significativa della ricerca, condotta per valutare e/o paragonare strumenti per la pulizia interdentale, è stata effettuata su soggetti con fessure interdentali di tipo II o III (Nordland e Tarnow, 1998).
È stato dimostrato come gli scovolini avessero effetto positivo sui parametri quali riduzione di sanguinamento, placca e della profondità di tasca. Essi risultano, inoltre, superiori agli altri strumenti manuali per la pulizia interdentale, in soggetti con parodontite o in soggetti inseriti in un programma di mantenimento dopo il trattamento parodontale (Kiger et al., 1991; Christou et al., 1998; Jared et al., 2005; Jackson et al., 2006; Rösing et al., 2006).
In una revisione sistematica basata su nove articoli, si è concluso che gli scovolini, utilizzati in aggiunta allo spazzolamento dentale, rimuovano più placca rispetto al solo spazzolino e che abbiano surclassato filo interdentale e stick dentali in legno per la rimozione della stessa. Inoltre, la revisione ha mostrato una differenza statisticamente significativa positiva, rispetto agli indici di placca, di sanguinamento e di profondità di tasca grazie all’utilizzo di scovolini, se paragonati ad altri strumenti per la pulizia interdentale (Slot et al., 2008). La popolazione oggetto di studio, nella maggior parte di questi nove studi, consisteva in pazienti arruolati in un programma di mantenimento parodontale.
In uno studio clinico randomizzato, di tipo split-mouth, dove l’esaminatore era in cieco, gli scovolini riducevano significativamente i siti di sanguinamento nei soggetti con fessure di tipo I (Imai e Hatzimanolakis, 2011). In aggiunta, una revisione sistematica ha concluso come gli scovolini siano un’alternativa efficace al filo interdentale per ridurre il sanguinamento e la placca interprossimale, anche in soggetti con fessure di tipo I (Imai et al., 2012).
Una meta-analisi ha concluso come vi siano prove d’efficacia concordi a sostegno dello scovolino, quale mezzo più efficace per la rimozione della placca interdentale (Sälzer et al., 2015). Questo viene anche affermato nel report dell’11° European Workshop in Periodontology sulla prevenzione primaria della parodontite (Chapple et al., 2015). Secondo questo gruppo di lavoro, gli scovolini sono la scelta da preferire per la pulizia interdentale. Il filo interdentale può essere un’alternativa solo quando i siti risultano troppo stretti per lo scovolino e mostrano salute gengivale e parodontale.
Dagli articoli presentati, sembra che gli scovolini, quando paragonati ad altri strumenti manuali per la pulizia, abbiano la più alta efficacia nella rimozione della placca e negli indici parodontali. Tutte le raccomandazioni riguardanti gli strumenti per la pulizia degli spazi interdentali necessitano di essere personalizzati; si devono prendere in considerazione le dimensioni e le forme degli spazi interdentali. Un soggetto a cui è stato raccomandato l’uso di scovolini ha bisogno di essere istruito riguardo dimensione o dimensioni appropriate, nonché sulla tecnica d’utilizzo adatta (Claydon, 2008).

Scovolini cilindrici e conici
Forma cilindrica o forma conica sono le due forme più comuni per gli scovolini. L’efficacia rispetto agli indici di placca e sanguinamento di questi due modelli sono stati paragonati attraverso uno studio clinico randomizzato controllato (Larsen et al., 2016). Una differenza statisticamente significativa è stata dimostrata sugli indici di placca e sanguinamento a livello dei siti linguali interprossimali, siti disto-linguali e mesio-linguali, correlata ad un aumento negli indici di placca e sanguinamento a livello di tali siti, durante il periodo di studio, nel gruppo allocato nel braccio che impiegava scovolini conici. Gli autori dichiarano come i risultati siano dipendenti dalle differenze geometriche nella forma conica o cilindrica degli scovolini, in favore della forma cilindrica.

La compliance del paziente: la chiave del successo
Lo scovolino e il filo interdentale sono stati paragonati dal punto di vista delle preferenze dei pazienti, con risultati a favore dello scovolino (Wollfe, 1976; Christou et al., 1998; Noorlin e Watts, 2007; Imai e Hatzimanolakis, 2010; Chapple et al., 2015). Gli studi hanno dimostrato come la maggior parte dei pazienti preferisca lo scovolino rispetto al filo, si accorga che lo scovolino risulti più efficiente e più semplice da utilizzare e sia, così, più motivata a utilizzare lo scovolino. Questi fattori possono tutti contribuire a rafforzare la compliance del soggetto rispetto al prendersi cura della propria salute orale.
Per raggiungere un’adeguata igiene orale, guidare il paziente alla scelta della/e corretta/e dimensione/i dello scovolino è di fondamentale importanza; tutte le tipologie di spazi interdentali in ciascun individuo devono essere considerate. Una lieve resistenza avvertita al momento del suo inserimento suggerisce la dimensione corretta dello scovolino. L’istruzione data dal professionista riguardo all’uso appropriato di questo strumento è essenziale per ottenere l’effetto ottimale. Motivare il paziente è la chiave per la compliance a lungo termine.

Conclusioni
Il valore dell’adeguata igiene orale per prevenire le malattie orali è indiscutibile. Valutare i bisogni e le condizioni del singolo individuo e ponderarli insieme al supporto scientifico dovrebbero essere le basi per le istruzioni e le raccomandazioni fornite al paziente, creando così il miglior presupposto possibile per la compliance del soggetto e per la sua salute orale duratura.

Bibliografia
Si veda il file pdf originale Interdental Cleaning on a Scientific Foundation, Anna Nilvéus Olofsson, DDS, Manager Odontology and Scientific Affairs, TePe: http://www.tepe.com/fileadmin/uploads/newsletter/se/PROJ160011INT_Interdental_Cleaning_Scientific_Foundation.pdf.

L'articolo è stato pubblicato su Hygiene Tribune Italian Edition, dicembre 2016.

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