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Efficace, indolore e senza effetti collaterali o indesiderati: ecco i vantaggi della terapia con L-PRF

Preparazione clot e membrane L-PRF.
G. Falivene, F. Cassero, A. Mascolo

G. Falivene, F. Cassero, A. Mascolo

mer. 31 maggio 2017

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Velocità di rigenerazione e qualità dei tessuti neoformati: due fattori essenziali, per soddisfare le richieste del paziente e le necessità del clinico, avendo a disposizione un consistente supporto osseo.

Ecco perché ricorrere ai vantaggi della terapia con L-PRF, efficace, indolore e senza effetti collaterali o indesiderati. Nessun materiale di sintesi: L-PRF è un derivato del fluido più essenziale del nostro organismo: il sangue. Viene prelevato, centrifugato e utilizzato come un cerotto bioattivo da posizionare nella zona da rigenerare. In questo modo, le normali capacità di guarigione vengono esaltate e velocizzate in maniera assolutamente naturale e ben tollerata dal paziente.
Il segreto della terapia è nello stesso acronimo, L-PRF (Platelet Rich Fibrin e Leucociti). Il coagulo di fibrina ottenuto attraverso la centrifugazione del sangue con il protocollo chiuso certificato da Intra-Lock, crea una struttura trimolecolare bioattiva ricchissima di piastrine (che rilasciano fibronectina, fattori di crescita endoteliale, vitronectina e fibrinogeno) e di molecole promotrici la rigenerazione tissutale. Ma non solo: il concentrato altamente bioattivo contiene anche notevoli quantità di linfociti B e T (che mediano un intervento aspecifico nella risposta dei tessuti alla ferita), monociti (che hanno un ruolo essenziale nella osteogenesi e nell’angiogenesi), cellule staminali, granulociti neutrofili (che partecipano alla rigenerazione dei tessuti) e fattori di crescita (Tabb. 1, 2).

Nei casi più impegnativi, il coagulo di fibrina può, ovviamente, essere miscelato con un sostituto osseo per coadiuvare il processo di rigenerazione.
I derivati del sangue, per le loro proprietà biologiche e promotrici dei processi di guarigione sono stati utilizzati già dal 1998, grazie a Marx, che adoperò per primo concentrati piastrinici in chirurgia orale. L’evoluzione delle tecniche ha portato a L-PRF, un prodotto “chiuso”, ovvero ottenibile attraverso un’unica centrifugazione e soprattutto senza l’utilizzo di alcun anticoagulante.
Ulteriori, interessantissimi sviluppi derivano poi dalle sinergie con altre tecniche di intervento. Infatti, in chirurgia orale e nella rigenerazione parodontale, altri benefici provengono dall’uso combinato di questi concentrati piastrinici e della LLLT (Low Level Laser Therapy). Le due procedure terapeutiche, che attraverso differenti meccanismi biologici, ottimizzano velocemente i processi di guarigione, potrebbero completarsi tra loro, garantendo un ulteriore progresso nel ripristino dei tessuti da rigenerare.
In particolare, la LLLT è una fototerapia – priva di trasferimento di calore – che si ottiene con sorgenti laser di opportune lunghezza d’onda, ed è finalizzata alla somministrazione dell’energia luminosa in dosi molto basse (nell’ordine dei millwatt), poi convertita in energia metabolica. Il risultato è una aumentata produzione di ATP a disposizione del metabolismo cellulare per i processi di guarigione. Inoltre, la LLLT induce rilascio di NO e di altri messaggeri secondari, favorisce cambiamenti dello stato Redox delle cellule, regola la permeabilità di membrane agli ioni Na e Ca (Tab. 3).
Grazie a tutta questa serie di modulazioni biologiche, alla LLLT viene riconosciuto, perciò, anche un effetto antinfiammatorio, immunomodulatore e antalgico che riduce la necessità di ricorrere al supporto farmacologico dopo la chirurgia. Il caso clinico illustrato nelle foto a corredo riguarda una socket preservation pervenuta alla maturazione dei tessuti ossei neoformati entro i due mesi, grazie alla sinergia tra l’L-PRF e terapia laser LLLT (Figg. 1-14).

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L'articolo è stato pubblicato su Laser Tribune Italian Edition, maggio 2017.

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