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Aspetti biochimici, fisici e clinici del laser nella gestione delle mucositi

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Analisi dell’espressione di citochine quali IL-1b, TNF-a, IFN-a, IFN-b, IFN-g.
G. Ottaviani, S. Zacchigna, M. Biasotto

G. Ottaviani, S. Zacchigna, M. Biasotto

ven. 28 aprile 2017

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La mucosite del cavo orale rappresenta una complicanza frequente nell’ambito della gestione delle terapie di supporto nel paziente oncologico. La sua patobiologia è stata descritta da Sonis (in un articolo intitolato The pathobiology of mucositis) come un evento suddivisibile in 5 diverse fasi: 1) iniziazione; 2) up-regulation e generazione di segnali messaggeri; 3) amplificazione del segnale; 4) ulcerazione; e 5) guarigione.

A oggi la sua gestione prevede l’impiego della laser terapia, così come riportato in numerose revisioni sistematiche e metanalisi pubblicate in letteratura, nonché nelle linee guida di società internazionali riguardanti le terapie di supporto in campo oncologico (MASCC/ISOO).
Nell’esperienza maturata dall’ambulatorio di Medicina e Patologia orale (dipartimento di Scienze mediche, chirurgiche e della salute, Università degli Studi di Trieste), il paziente affetto da mucosite viene sottoposto a una prima visita, nel corso della quale viene esaminato il cavo orale e vengono evidenziati dagli operatori il grado di severità della mucosite e il livello di dolore percepito dal paziente. In seguito vengono eseguite quattro sedute di laser terapia e successivi controlli a cadenza settimanale.

Oltre a una rapida riduzione della gravità della mucosite si assiste a un miglioramento funzionale e alla diminuzione del dolore riferiti dal paziente (Figg. 1, 2). Tali benefici sono stati riportati sia in pazienti oncologici adulti sia in pazienti pediatrici. A questo proposito Trieste è divenuta centro di riferimento a livello nazionale per la realizzazione di uno studio multicentrico che ha visto coinvolti nell’impiego della terapia laser per la gestione della mucosite ulteriori 7 centri ospedalieri pediatrici (Padova, Pavia, Cagliari, Parma, Torino, Bologna, Brescia). Di notevole rilevanza clinica sono stati i dati relativi alla rapida riduzione del dolore e dell’assunzione di analgesici nei pazienti sottoposti a laser terapia rispetto a un gruppo controllo.
I benefici della laser terapia che apprezziamo clinicamente vanno ricercati in campo cellulare e biochimico, ciò è oggetto di studio anche grazie alla collaborazione con il centro internazionale di ricerca ICGEB di Trieste. In particolar modo, nell’ambito della guarigione dei tessuti, abbiamo visto come la laser terapia sia in grado di incrementare la produzione di ATP in cellule quali fibroblasti, cheratinociti e cellule endoteliali. Inoltre uno specifico modello murino di mucosite ha permesso di apprezzare gli effetti del laser sulle cellule muscolari lisce e sulla formazione di arteriole durante la guarigione.
Lo studio su colture primarie di neuroni, estratti dalle radici dei gangli dorsali, ha consentito di evidenziare come la fosforilazione della molecola Erk, coinvolta nella progressione dello stimolo dolorifico, possa essere una delle cause riconducibili all’effetto antalgico della laser terapia. Infine, l’analisi dell’espressione di citochine quali IL-1b, TNF-a, IFN-a, IFN-b, IFN-g ha permesso di comprendere meglio gli effetti antinfiammatori e immunomodulatori della laser terapia (Figg. 3, 4).

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